Milano, 28 ott. (askanews) – Enrico Pazzali, il manager di lungo corso il cui nome è al centro dell’inchiesta sui dossier realizzati dalla sua Equalize Srl, era da tempo noto e stimato tra i palazzi della Milano che conta. Presidente (autosospeso) di Fondazione Fiera Milano, azionista di controllo di Fiera Milano, Pazzali è un uomo di relazioni considerato vicino al centrodestra, che però negli anni ha incassato anche il sostegno dell’opposizione. Prova ne è il suo incarico, a partire dal 2019, alla guida della fondazione, assegnato dalla giunta regionale, di centrodestra, ma che ha avuto, come da Statuto, anche l’appoggio del Comune di Milano, guidato dal centrosinistra.
Milanese, classe 1964, dopo la laurea in economia aziendale, con specializzazione in organizzazione del Lavoro, presso l’Università Bocconi, inizia una carriera che lo porterà con vari ruoli in diverse aziende, da Poste a Omnitel, Compaq, Shell e Bull, per approdare in Fiera Milano nel 2007, come direttore generale. Nominato poi amministratore delegato, nel 2015 si allontana dai palazzi meneghini per guidare Eur Spa a Roma, salvo poi rientrare a Milano nel 2019 come presidente della Fondazione Fiera.
L’emergenza Covid nel 2020 lo vedrà impegnarsi in una impresa, che gli varrà nuovo credito trasversale tra politici locali e nazionali. È lui il manager dietro l’ospedale messo in piedi in tempi strettissimi nell’area della Fiera per il ricovero dei pazienti malati in terapia intensiva e, successivamente, per due centri vaccinali. Per questo viene insignito con la massima onorificenza della Regione Lombardia, la Rosa Camuna 2021 (il premio speciale del presidente di Regione Lombardia) e con l’Ambrogino d’oro del Comune di Milano.
Sposato con due figlie, attuale consigliere di amministrazione dell’Università Bocconi e presidente del Comitato Bergamo-Brescia 2023, Pazzali era il nome che circolava tra gli ambienti del centrodestra come possibile candidato per il dopo Sala a Palazzo Marino. Ora questa eventualità sembra sfumata di fronte alle vicende giudiziarie che lo vedono indagato a Milano per associazione per delinquere finalizzata agli accessi abusivi alle banche dati, che venivano realizzati dalla Equalize, di cui è socio di maggioranza.