TikTok non è più solo un social per video virali. È il nuovo terreno di scontro tra Stati Uniti e Cina, un asset strategico nella guerra commerciale.
Dazi Cina-Stati Uniti, chi compra TikTok
Mercoledì, Donald Trump ha confermato che un accordo per separare le operazioni americane dell’app dalla cinese ByteDance è ancora possibile, ma subordinato ai rapporti con Pechino. Intanto, è scattata una pausa di 90 giorni sui dazi – esclusa però la Cina, su cui le tariffe sono salite fino al 125%.
Nel mezzo, TikTok diventa merce di scambio, con offerte da Larry Ellison (Oracle), Amazon, Blackstone e perfino OnlyFans. Ellison, vicino a Trump, vuole costruire un impero mediatico. Suo figlio David è in corsa per acquisire Paramount, CBS e MTV.
TikTok e la guerra commerciale
Ma la battaglia su TikTok va oltre il business. È il segnale di una nuova concentrazione del potere informativo: Musk con X, Zuckerberg con Facebook, Bezos con il Washington Post e Amazon. Ora TikTok.
Trump ha rinviato la scadenza legale della vendita oltre il 19 giugno, trasformandosi di fatto nell’arbitro finale. Ma al Congresso crescono le pressioni. Il senatore Tom Cotton avverte: “Nessun accordo con legami cinesi sarà tollerato”.
Dietro ai video, alle sfide e ai meme, TikTok è ormai un nodo della geopolitica digitale, in cui si intrecciano influenza, algoritmi e interessi miliardari. E per gli oltre 170 milioni di utenti americani, il feed potrebbe non essere più solo intrattenimento.