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Connotazione e denotazione, dove sta la differenza?

connotazione e denotazione

Connotazione e denotazione sono termini che in linguistica fanno riferimento al significato di una parola. Ma qual'è la differenza tra i due?

Connotazione e denotazione sono termini che, in linguistica (la scienza che studia il linguaggio umano e le sue manifestazioni), identificano il significato della parola, ma non sono sinonimi. La principale differenza tra queste due parole risiede nella modalità con cui identificano il significato di un lessema, di un segno o di un’immagine. La denotazione identifica un significato oggettivo e slegato dal contesto in cui l’unità lessicale o grafica in questione è inserita; la connotazione aggiunge al significato di base un valore soggettivo ed emotivo, che varia al variare del contesto in cui questa è inserita.

Connotazione e denotazione: differenze

La denotazione indica, come abbiamo accennato, il significato oggettivo; questo significa che, per esempio, aprendo un qualsiasi vocabolario di lingua alla ricerca del significato di un termine, la definizione principale che vi ritroveremo corrisponderà alla denotazione del termine stesso.

La connotazione dà al piano denotativo un significato in più, metaforico, che per alcune parole è radicato nell’uso della lingua, per altre è derivabile dal contesto.

Per esempio, il significato principale della parola cuore, che possiamo trovare nel dizionario, è quello dell’organo motore dell’apparato circolatorio, situato al centro della cavità torica. A esso è però associata una lunga serie di significati secondari relativi, per esempio, al romanticismo, alla bontà d’animo, al tormento amoroso, alla sofferenza fisica e molto altro ancora. Tutti questi significati metaforici fanno riferimento al piano connotativo della parola “cuore” e sono fortemente radicati nell’uso comune.

Etimologia

Per ricostruire con precisione il significato dei termini denotazione e connotazione, si deve fare riferimento alla loro etimologia, ossia all’origine che queste parole hanno.

Denotazione deriva dal sostantivo latino denotatio, denotationis, modulato dal verbo denotare, che significa marcare, indicare chiaramente, distinguere. La denotazione dunque è ciò che indica e definisce chiaramente la qualità e la sostanza di un oggetto, concreto o astratto che sia.

Anche connotazione deriva dal latino, dall’unione della preposizione cum (=con) e del verbo notare (= designare) e prende così il significato di designare un oggetto insieme a un altro elemento, quindi la connotazione aggiunge significato.

Oltre i tecnicismi: approfondimento

Se si vuole approfondire la comprensione della differenza sostanziale tra denotazione e connotazione si può aggiungere che la denotazione di un termine può essere in comune con altri: le parole ragazzo, giovane, adolescente, sbarbatello, guaglione hanno la stessa denotazione perché identificano lo stesso oggetto, ma hanno connotazioni completamente diverse tra loro.

La connotazione è un fenomeno in larga parte soggettivo e, per questo motivo, viene sfruttato molto dai poeti per aggiungere al testo un valore emotivo che trascende dall’analisi metrica. Il piano connotativo è, per questo, l’ambito a cui i critici letterari fanno riferimento per analizzare il significato di un testo poetico. Essendo la soggettività il fulcro della connotazione è proprio per via di questo ambito che chi legge una poesia vi si può immedesimare, attribuendo alle parole un significato personale, legato alla propria sfera emotiva e far risuonare dentro di sé le parole del poeta come se fossero legate a propri sentimenti o vissuti.