> > Cecilia Sala parla dell'esperienza in carcere a Evin: "I detenuti urlavano te...

Cecilia Sala parla dell'esperienza in carcere a Evin: "I detenuti urlavano terrorizzati"

001-giornalista-italiana-svela-cosa-accaduto-detenzione-iran

Cecilia Sala racconta ai Carabinieri del Ros e nel podcast "Stories" i 20 giorni di prigionia in Iran.

Cecilia Sala è da qualche giorno nuovamente in Italia ed ha colto l’occasione di essere tornata al lavoro per raccontare attraverso il podcast “Stories” curato da Mario Calabresi per Chora Media – azienda per cui la stessa Sala lavora – quanto ha vissuto in Iran, lo stesso resoconto lo ha riportato durante l’interrogatorio con i Carabinieri del Ros.

“Per passare il tempo contavo le dita”

La luce era sempre accesa, quella luce che ci veniva raccontata tramite gli aggiornamenti sulle sue condizioni, luce “accesa 24 ore su 24” per in un tentativo di far cedere Cecilia.

Gli interrogatori erano continui ed incessanti, essendo in cella di isolamento non aveva molti strumenti per far passare le giornate “contavo le dita” ha riportato la reporter, per buona parte della sua detenzione ha fatto solo quello.

Senza dimenticare la questione di igiene e cura della persona. Non pervenuta. “Ho avuto quasi sempre addosso gli stessi vestiti” aveva provato a chiedere una mascherina per provare a dormire ma non le è stata concessa.

Giorni in cui ha prevalso il terrore e lei non lo ha di certo nascosto: “ho avuto paura” racconta, quello che l’ha certamente aiutata è il ricordo dell’intervista a Zeinab Musavi, la più famosa stand up comedian dell’Iran che le aveva raccontato di essere riuscita a ridere in una cella di isolamento, un pensiero che le ha dato conforto.

I Carabinieri hanno aperto un fascicolo

I Carabinieri del Ros hanno aperto un fascicolo su quanto accaduto, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato. Nei prossimi giorni verrà analizzata, anche sulla base delle dichiarazioni della giornalista, la detenzione.

E’ possibile che vengano contestati la tortura, i maltrattamenti ed il sequestro di persona. La contestazione avvenuta in Iran era legata alla violazione della legge locale, un’accusa di per sé generica che deve essere approfondita.

Vige il sospetto che possa essere caduta in una trappola, per questo motivo molto ruota in torno alla cerchia di contatti che Sala aveva intrattenuto in Iran. Nei prossimi giorni si avrà, si spera un quadro più chiaro.