Non sono state accettate le recenti richieste degli avvocati di Massimo Bossetti per poter analizzare i reperti, nello specifico i vestiti di Yara sui quali sono state rinvenute le tracce del DNA dell’uomo.
La Cassazione ha giudicato inammissibile tale istanza, ma non si sono fatte attendere le parole dei legali che hanno commentato il tutto dichiarando “Il potere vince sempre”.
Niente nuovi accertamenti
La Commissione si è dichiarata contraria alla richiesta della difesa di analizzare nuovamente i reperti legati al caso Yara, ritenendo l’istanza inammissibile. Già in passato, tramite una serie di decisioni, si era stabilito che tali reperti potessero essere soltanto visionati, mentre i legali di Massimo Bossetti volevano sottoporli ad un nuovo esame.
Gli avvocati volevano riuscire in tale impresa tramite un ricorso straordinario alla Suprema Corte in modo tale da poter effettuare delle analisi sui vari reperti tra cui i leggings e gli slip di Yara sui quali sono state ritrovate le tracce di DNA del famigerato “Ignoto 1”, misterioso individuo che è stato poi identificato nella persona di Bossetti.
Gli avvocati non ci stanno
Il primo a parlare di questa decisione è stato Claudio Salvagni, uno dei legali che si occupano della difesa del muratore di Mapello.
Stando a quanto dichiarato, trova incredibile la decisione presa dalla Cassazione a tal punto da dubitare dell’esistenza della giustizia, sottolineando poi che “il potere vince sempre”.
Ha poi in un certo senso criticato questo rifiuto notando come in molti siano ancora scettici sulla colpevolezza di Bossetti, parlando di una divisione al 50% tra chi lo ritiene colpevole e chi innocente. Mancando quindi una certezza completa, l’avvocato è quasi certo che nei reperti si nasconde anche la prova che conferma l’innocenza del muratore ed è per questo motivo che la Cassazione ha negato la richiesta della difesa.