Il caso di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa nel 2010 a Brembate di Sopra e ritrovata senza vita tre mesi dopo, torna alla ribalta mediatica scatenando polemiche. Al centro della controversia c’è la nuova docuserie Netflix “Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio” di Gianluca Neri, che ha suscitato l’indignazione dei genitori della vittima.
Caso Yara Gambirasio: le polemiche dei genitori contro la serie Netflix
La famiglia Gambirasio si è detta profondamente turbata dall’utilizzo nella serie di intercettazioni telefoniche risalenti ai giorni seguenti la scomparsa di Yara. Queste registrazioni, che includono messaggi vocali carichi di emozione lasciati dalla madre sulla segreteria telefonica della figlia, non erano mai state incluse negli atti dell’inchiesta, essendo state considerate irrilevanti per le indagini.
I genitori, attraverso i loro legali, hanno annunciato l’intenzione di presentare un esposto al Garante della Privacy. Denunciano un’invasione ingiustificata della loro vita privata, sottolineando che l’uso di questo materiale sensibile è avvenuto senza alcuna autorizzazione e senza una reale necessità narrativa.
Yara Gambirasio, genitori contro la serie Netflix
La serie, che include anche un’intervista a Massimo Bossetti, il muratore condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara, ha riacceso i riflettori su un caso che ha scosso l’Italia.
Risulta per molti evidentemente necessaria una riflessione approfondita sulle modalità di divulgazione di informazioni relative a procedimenti penali, al fine di contemperare l’interesse pubblico all’informazione con il diritto alla riservatezza e alla tutela della dignità personale dei soggetti coinvolti, specialmente se vittime di reati.