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Mosca ha respinto la richiesta dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, di avviare una “indagine internazionale indipendente” per fare chiarezza sulla morte dell’attivista.
Borrell ha affermato che la Russia dovrebbe permettere di condurre un’indagine internazionale sul decesso del principale oppositore politico di Vladimir Putin. Il Cremlino tuttavia ha fatto sapere che la richiesta non è accettabile e che si tratta di una questione interna. “Non accettiamo affatto tali richieste, soprattutto da parte del signor Borrell” ha dichiarato Dmitri Peskov in un briefing con li giornalisti.
Anche Washington ha puntato il dito contro Mosca, affermando che gli Usa stanno valutando di introdurre nuove sanzioni contro la Russia. “Abbiamo già sanzioni in vigore, ma ne stiamo considerando altre” ha riferito Joe Biden alla stampa.
Dalla vedova “accuse infondate”
Yulia Navalnaya, moglie di Alexei Navalny, ha girato un video in cui ribadiva che avrebbe raccolto il testimone del defunto marito e continuato la sua lotta contro il governo di Putin.
La vedova ha apertamente accusato il Presidente russo di aver ucciso il marito, detenuto nel penitenziario Polar Wolf, e ha affermato che il rifiuto dei funzionari di consegnare il corpo alla madre fa parte di un insabbiamento. Martedì il portavoce del Cremlino ha respinto le accuse, secondo cui la morte del dissidente sarebbe stata intenzionale, definendole “infondate” e “insolenti”.
L’ipotesi avvelenamento
“Stanno vigliaccamente e meschinamente nascondendo il suo corpo, rifiutandosi di consegnarlo alla madre e mentendo miseramente, in attesa che la traccia di veleno scompaia” ha spiegato Navalnaya, aggiungendo che suo marito potrebbe essere stato ucciso con un agente nervino.
L’attivista era già stato vittima di un tentativo di avvelenamento con il Novichok nel 2020. Le autorità russe tuttavia confermano la tesi secondo cui la causa della morte sia ancora sconosciuta, sostenendo che i risultati di qualsiasi indagine saranno probabilmente messi in discussione all’estero.