Ilaria Salis è detenuta in Ungheria ormai da un anno con l’accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra.
Nelle ultime settimane si è tornati a parlare molto di questo caso, soprattutto dopo l’udienza in tribunale a Budapest in cui l’insegnante è stata trascinata in aula legata mani e piedi dalle catene.
Ilaria Salis, domiciliari in Ungheria: la richiesta
Anche per le modalità di detenzione in Ungheria, raccontate dalla stessa Salis in una lettera, si pensava che la famiglia e i legali della trentenne chiedessero per lei che la pena dei domiciliari potesse essere esaurita in Italia.
In realtà, c’è stato un rapido cambio di strategia e a raccontarlo è stato il padre di Ilaria ai microfoni dell’Ansa. “Ha cambiato idea. Visto che da più parti è arrivata questa richiesta di fare istanza per i domiciliari in Ungheria. Adesso dobbiamo trovare una casa a Budapest e poi presenteremo la richiesta” – spiega Roberto che poi racconta anche i motivi dietro alla scelta – “In Ungheria i periodi agli arresti domiciliari valgono un quinto sul calcolo della pena da scontare dopo l’eventuale condanna“.
Ilaria Salis, domiciliari in Ungheria: critiche ai media
Dall’Ungheria, però, arrivano critiche verso il nostro Paese e verso il modo in cui i media avrebbero raccontato la vicenda Ilaria Salis. A parlarne è stato anche l’ambasciatore ungherese a Roma Adam Kovacs: “La rappresentazione particolarmente distorta e sproporzionata che una parte significativa dei media italiani ha dato della vicenda, soprattutto nella valutazione del sistema giudiziario ungherese, tale da far sorgere il dubbio che i commenti editoriali siano stati mossi esclusivamente da considerazioni politiche, oltre che ideologiche, dirette a mettere in cattiva luce le relazioni italo-ungheresi”.