La direttiva dell’Unione Europea sulle case green impone una serie di lavori di ristrutturazione agli edifici italiani al fine di raggiungere l’efficienza energetica. Questi interventi includono la sostituzione di caldaie, l’installazione di pannelli solari, la modifica degli infissi e l’applicazione di cappotti termici. Gli esperti stimano che i costi medi per tali lavori possano variare da un minimo di 10.000 a un massimo di 60.000 euro per edificio, con un costo totale per l’Italia che potrebbe raggiungere i 270 miliardi di euro. Tuttavia, solo una parte di questi costi potrebbe essere coperta dai fondi UE e nazionali.
Costi stimati e potenziali risparmi energetici per le case green
Secondo gli esperti del settore, la sostituzione della caldaia con modelli di nuova generazione può costare fino a 16.000 euro, mentre il cappotto termico può arrivare a 400 euro al metro quadrato. Per gli infissi, la spesa varia tra i 10.000 e i 15.000 euro. Nonostante i costi iniziali elevati, gli interventi in casa potrebbero portare a significativi risparmi sulla bolletta del gas, fino a 3000 euro all’anno per famiglia. Tuttavia, dovrebbero essere resi necessari nuovi incentivi pubblici per supportare i proprietari nell’affrontare tali costi e promuovere l’adozione di misure sostenibili.
Leggi anche: Case green in Europa: il 60% entro il 2050
Sostenibilità e necessità di incentivi pubblici per affrontare l’emergenza climatica
Per far fronte all’emergenza climatica e promuovere la sostenibilità degli edifici, gli esperti suggeriscono l’introduzione di nuovi incentivi pubblici. Questi potrebbero includere sconti fiscali finanziati da una tassa una tantum sui grandi patrimoni e da nuove imposte sugli extraprofitti di banche e società energetiche. Tali misure non solo aiuterebbero a ridurre le emissioni inquinanti, ma incentivando i lavori di adeguamento degli edifici, darebbero anche impulso all’occupazione nel settore edile creando migliaia di nuovi posti di lavoro.
Leggi anche: Via libera dal Parlamento Ue per le case green: la direttiva dovrà essere approvata anche dal Consiglio dei ministri