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Carmine Gallo, ex funzionario di polizia conosciuto per il suo ruolo nella lotta alla criminalità organizzata, è morto il 9 marzo 2025 nella sua casa di Garbagnate Milanese all’età di 66 anni. I primi risultati dell’autopsia iniziano a fare chiarezza sulle cause del decesso.
La morte di Carmine Gallo
Carmine Gallo, ex funzionario di polizia noto per il suo ruolo nella lotta alla criminalità organizzata, è deceduto il 9 marzo 2025 all’età di 66 anni nella sua abitazione di Garbagnate Milanese. Dal 25 ottobre 2024 era sottoposto agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta “Equalize”, che lo vedeva indagato per presunte attività di dossieraggio illecito e accesso abusivo a sistemi informatici.
Stando al racconto della moglie, la mattina del decesso Gallo era ancora a letto e, non vedendolo scendere per colazione, si è recata a controllare, trovandolo senza vita, probabilmente a causa di un malore improvviso.
Carmine Gallo e l’inchiesta Equalize
Nato a Napoli nel 1959, Carmine Gallo iniziò la sua carriera nella Polizia di Stato negli anni ’80, affermandosi per il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata, con particolare attenzione alla ‘ndrangheta calabrese. Nel corso degli anni, prese parte a diverse operazioni di grande rilievo, contribuendo all’arresto di figure di spicco della mafia e alla liberazione di ostaggi in casi di sequestro.
Il suo lavoro gli garantì importanti riconoscimenti istituzionali e grande stima nell’ambito investigativo. Tuttavia, nel 2024 la sua carriera subì una brusca svolta quando fu coinvolto nell’inchiesta “Equalize”. Le indagini rivelarono l’esistenza di una presunta rete di spionaggio privato che avrebbe preso di mira esponenti politici e imprenditoriali di alto livello. Gallo, insieme ad altre tre persone, venne arrestato con l’accusa di aver acquisito e commercializzato informazioni riservate accedendo illegalmente a database governativi. Il 25 ottobre 2024 Gallo viene arrestato e mandato ai domiciliari.
Carmine Gallo: resi noti i risultati dell’autopsia
Considerata la sua implicazione nell’inchiesta e il suo trascorso da investigatore, la Procura di Milano ha ritenuto necessario disporre un’autopsia per determinare con certezza le cause del decesso.
I primi riscontri dell’esame, effettuato oggi, mercoledì 12 marzo 2025, suggeriscono che la morte sia avvenuta per cause naturali, riconducibili a un infarto, senza evidenza di lesioni o segni di iniezione. Tuttavia, sono stati avviati ulteriori accertamenti tossicologici per escludere altre possibili cause, i cui esiti richiederanno più tempo per essere disponibili.