Nato a Villastanza, frazione di Patabiago, nel 1801 dall’orefice Melchiorre e da Maria Antonia San Giorgio, l’intellettuale, politico e patriota Carlo Cattaneo, fu una delle personalità più elevate e importanti della storia italiana ottocentesca, caratterizzata da nuovi fermenti ideologici e dottrine intrise di forte spirito patriottico e indipendentista.
Appassionato di Lettere antiche fin da ragazzino, ebbe tra i suoi maestri Giambattista De Cristoforis e Giovanni Gherardini; la formazione del giovane Cattaneo avvenne quasi totalmente nell’ambito milanese, e sempre, culturalmente e politicamente, egli rappresentò il tipico esempio di Lombardo dell’epoca, fiducioso nello sviluppo a tutto campo della sua Regione, che considerava tra le più avanzate d’Europa.
Fondamentali per la formazione umana e intellettuale di Cattaneo furono la possibilità di frequentare la Biblioteca Ambrosiana e quella di partecipare alle lezioni di Giandomenico Romagnosi, di cui divenne amico oltre che allievo.
Nel 1824, ad appena 23 anni, Cattaneo si laureò in Giurisprudenza con il massimo dei voti presso l’Università di Pavia.
Lo scoppio delle cinque giornate di Milano determinò in lui il crollo delle speranze che da sempre aveva nutrito nella monarchia asburgica, si schierò col popolo ed entrò a far parte del Consiglio di guerra rivoluzionario.
Tentò di opporsi agli intenti annessionistici del Piemonte sabaudo, che considerava più arretrato rispetto alla Lombardia, ma prevalsero i moderati favorevoli alla fusione.
Dopo i moti degli anni 1848-49 Cattaneo riparò in Svizzera, dove fu uno dei fondatori del Liceo di Lugano e convinto sostenitore di un’istruzione laica libera dall’influsso ecclesiastico.
Più volte fu eletto al Parlamento italiano ma sempre rifiutò la poltrona offertagli; continuò la propria battaglia politica nel modo a lui più congeniale, ovvero con l’attività di pubblicista.
Carlo Cattaneo morì a Lugano nel 1869, e riposa nel Cimitero Monumentale della “sua” Milano.