Un pomeriggio che sembrava come tanti altri è diventato una scena da incubo per una capotreno e il suo collega macchinista. Il treno 10868, partito da Piacenza e diretto a Milano Greco, si è fermato alla stazione di Lodi, ma non per una questione tecnica: un capotreno è stato massacrato di botte.
Capotreno massacrato di botte: la violenza esplode a bordo del treno, macchinista in soccorso
Il fermo del treno non è stato per un motivo tecnico appunto. Questa volta è stato un altro tipo di fermo, uno che ha coinvolto la violenza. Tutto ha avuto inizio da una discussione – banale, inizialmente – tra la capotreno di 31 anni e un passeggero. Una lite su un biglietto. Ma, come spesso accade, da un piccolo screzio è esplosa una situazione imprevedibile.
Quando il treno ha fermato il suo percorso a Lodi, il macchinista di 26 anni, sentendo le grida provenire dalle prime carrozze, è accorso per aiutare la collega. E quello che è successo subito dopo è difficile da immaginare. In un attimo, l’aggressione è esplosa. Non c’era più tempo per pensare, solo per reagire. Ma il risultato non è stato quello che si sperava: entrambi i ferrovieri sono finiti al pronto soccorso. Un brutto colpo. Per loro, per il sistema ferroviario, per tutti.
Violenza folle sul treno: capotreno e macchinista massacrati di botte
Sul posto, fortunatamente, sono intervenuti carabinieri e agenti della Polfer. Il presunto aggressore del capotreno massacrato di botte è stato fermato, ma i danni erano già fatti. I due dipendenti delle Ferrovie sono stati soccorsi da un’ambulanza della Croce Rossa e portati d’urgenza all’ospedale di Lodi. La scena, però, non si è fermata lì. Il treno, ormai immobile, non è ripartito. I passeggeri, confusi e preoccupati, sono stati fatti scendere e hanno atteso, su binari che sembravano eterni, un altro convoglio per proseguire il loro viaggio.
Un episodio che lascia più domande che risposte. Che tipo di violenza si è scatenata? Cos’è successo esattamente? Quello che è chiaro è che dietro a una discussione banale si è nascosta una spirale di violenza che ha sconvolto la tranquillità quotidiana di un viaggio in treno. Ora, mentre si indaga su quanto accaduto, l’episodio rimane una ferita aperta, e non solo per i due ferrovieri coinvolti, ma per l’intero sistema ferroviario che si ritrova ancora una volta a fare i conti con un’esperienza difficile da digerire.