Un momento cruciale per la Francia si è consumato sotto i riflettori dell’Assemblea Nazionale, con il 72enne Michel Barnier al centro della scena.
Caos in Francia, cade il governo: Barnier sfiduciato
L’ex negoziatore della Brexit, ora premier, si è presentato con il contegno di un uomo d’altri tempi, senza mostrare alcuna emozione mentre si preparava alla sua caduta politica. Nonostante il rispetto per il processo democratico, la giornata di ieri ha segnato il governo come il più breve della Quinta Repubblica, sollevando enormi interrogativi sulla stabilità del Paese.
Il voto di sfiducia, guidato dalle opposizioni, non è stato solo un colpo a Barnier, ma un attacco diretto a Emmanuel Macron. Le forze politiche, divise tra i mélenchoniani e il Rassemblement National di Le Pen, hanno trovato un terreno comune per far crollare il governo. Il premier ha cercato di difendere le sue scelte, tra cui il controverso decreto sulla previdenza sociale, varato senza dibattito parlamentare, ma le sue parole sono rimaste inascoltate.
Francia, cade il governo Barnier: caos nella politica francese
Barnier ha definito il momento come una “prova di verità”, sottolineando il peso del debito e le conseguenze della crisi istituzionale. Ma le sue dichiarazioni finali, intrise di dignità e appelli all’unità nazionale, non hanno potuto invertire il corso degli eventi. La prima mozione di sfiducia, promossa dalla sinistra, ha ottenuto 331 voti, ben oltre i 289 necessari.
Ora, con la Francia sull’orlo di una crisi economica e politica, l’Eliseo è alla ricerca di un nuovo premier. Si vocifera il nome di François Baroin, ma il futuro rimane incerto. Macron, atteso in televisione, dovrà affrontare una nazione divisa, mentre le opposizioni si fregiano del ruolo di carnefici di un sistema che appare sempre più fragile.