Roma, 9 gen (Adnkronos Salute) – Per le pazienti con tumore al seno metastatico e bassa espressione della proteina Her2 (Her2 low) è stato approvato in Italia il rimborso per trastuzumab deruxtecan, l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato di Daiichi Sankyo e AstraZeneca che ha dimostrato di migliorare in modo sostanziale sia la sopravvivenza libera da progressione che la sopravvivenza globale, dimezzando il rischio di avanzamento della malattia o di morte anche in questo gruppo precedentemente escluso dai benefici delle terapie Her2 mirate.
Nel 2023, in Italia, sono stati stimati 55.900 nuovi casi di tumore del seno. La sopravvivenza a 5 anni raggiunge l’88%. Diagnosi precoce e terapie mirate – è stato ricordato nel corso di un evento oggi a Milano – hanno contribuito a questo importante risultato. Attualmente, circa 52mila persone vivono con la malattia metastatica che, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 25%, rimane una condizione caratterizzata da forti bisogni clinici ancora insoddisfatti.
La terapia appena approvata risponde alle esigenze di circa due terzi dei tumori positivi per i recettori ormonali e negativi per Her2 e a quelle di un terzo delle forme triplo negative.
Nello specifico, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera alla rimborsabilità di trastuzumab deruxtecan come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con cancro della mammella Her2 low (Her2 low definito come: IHC 1+ or IHC 2+/ISH-) non resecabile o metastatico, che hanno ricevuto precedente chemioterapia per malattia metastatica o che hanno sviluppato recidiva della malattia durante o entro 6 mesi dal completamento della chemioterapia adiuvante.
A gennaio 2023 trastuzumab deruxtecan è stato approvato dalla Commissione europea, in questa indicazione, in base ai risultati dello studio di fase 3 Destiny-Breast04, pubblicati sul ‘New England Journal of Medicine’ che hanno registrato una sopravvivenza libera da progressione mediana di 9,9 mesi nelle pazienti trattate rispetto a 5,1 mesi con chemioterapia. Inoltre, l’anticorpo farmaco-coniugato ha ridotto del 36% il rischio di morte, con un miglioramento di oltre 6 mesi della sopravvivenza globale mediana, che ha raggiunto 23,4 mesi nel gruppo trattato rispetto a 16,8 mesi con chemioterapia.
“Trastuzumab deruxtecan – spiega Giampaolo Bianchini, professore associato e responsabile del Gruppo mammella dell’Irccs ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – appartiene alla categoria degli anticorpi farmaco-coniugati, cioè è costituito da un anticorpo diretto contro il recettore Her2, espresso sulle cellule tumorali, e da un potentissimo chemioterapico legato a questo anticorpo: il risultato è di traghettare all’interno delle cellule questo chemioterapico che porta a morte cellulare, limitando l’esposizione dei tessuti normali.
Nello studio Destiny-Breast04, che ha coinvolto 557 pazienti – continua – ha ridotto del 50% il rischio di progressione rispetto alla chemioterapia e aumentato significativamente la sopravvivenza globale”.
Il tumore del seno – si è ricordato nel corso dell’incontro – viene classificato in tre principali sottotipi, fondamentali per definire la prognosi e l’approccio terapeutico: tumori con recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano positivo (Her2+); tumori luminali con recettore ormonale (Hr) positivo (estrogeno o progesterone positivo) e contemporaneamente Her2 negativo (Hr+/Her2-) e il sottotipo triplo-negativo (Tnbc, negativo per tutti e tre i recettori).
L’espressione di Her2 è definita come positiva o negativa. Viene determinata tramite un test di immunoistochimica (Ihc), che misura i livelli della proteina Her2 in una cellula tumorale (i risultati del test Ihc sono riportati come 0, 1+, 2+ o 3+), e un test di ibridazione fluorescente in situ (Fish), che conta le copie del gene Her2 nelle cellule tumorali (quest’ultimo viene effettuato solo se si ottiene un punteggio 2+ da test Ihc).
"Fino al 55% di tutti i tumori al seno esprime livelli bassi di Her2– precisa Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli – ed è, pertanto, classificabile come Her2 low. Fino ad oggi questi tumori erano classificati semplicemente come Her2 negativi (cioè, con Her2 non iperespresso) e ricadevano, pertanto, tra i tumori luminali o tra i triplo-negativi, a seconda della presenza o meno dei recettori ormonali.
Oggi, invece, visto che i tumori Her2 low possono avvalersi di questa nuova opportunità terapeutica data dal trastuzumab deruxtecan, diventa fondamentale identificarli con precisione. Per questo è quanto mai necessario il ruolo del team multidisciplinare nella valutazione dei pazienti e, in particolare, una collaborazione stretta tra oncologo e patologo che effettua i test diagnostici”.
Per le pazienti con tumore al seno Her2 low “le implicazioni terapeutiche sono importanti. – sottolinea Alessandra Fabi, responsabile Medicina di Precisione in Senologia, Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli Irccs di Roma – Grazie alla rimborsabilità di Aifa, possiamo trattare le pazienti precedentemente considerate Her2-negative, con un anticorpo monoclonale coniugato anti-Her2, migliorando il tempo di controllo della malattia e la sopravvivenza globale nello stadio metastatico”.
Trastuzumab deruxtecan è già stato rimborsato da Aifa, a luglio 2023, nel tumore al seno metastatico Her2 positivo. L’approvazione anche per per i casi Her2 low “ci rende molto felici – aggiunge Rosanna D’Antona, presidente Europa Donna Italia – Questo, unitamente a una presa in carico dedicata all’interno dei Centri di senologia e al lavoro congiunto del team multidisciplinare, potrà non solo aumentare la sopravvivenza di queste donne, ma anche la loro qualità di vita nel percorso di cura che le attende”.
Secondo Mauro Vitali, Head of Oncology di Daiichi Sankyo Italia, “la possibilità di candidare ad un trattamento anti-Her2 anche pazienti che esprimano bassi livelli di questa proteina rivoluziona l’attuale paradigma di diagnosi e cura del carcinoma della mammella metastatico. L’efficacia è indipendente dallo stato del recettore ormonale, pertanto sia le pazienti con tumore al seno ormono-positivo che quelle con tumore triplo negativo sono candidabili al trattamento con trastuzumab deruxtecan.
L’approvazione della rimborsabilità da parte di Aifa – continua – supporta il nostro obiettivo di espandere anche a questa popolazione il beneficio che la terapia con trastuzumab deruxtecan può offrire loro”.
“Trastuzumab deruxtecan ha aperto la strada al trattamento di nuovi segmenti clinicamente significativi di pazienti oncologici la cui malattia non prevedeva opzioni terapeutiche mirate – conclude Alessandra Dorigo, Head of Oncology di AstraZeneca Italia -. Questi risultati sono il frutto della sinergia tra la competenza medico-scientifica e tecnologica di Daiichi Sankyo e la grande esperienza in oncologia e le risorse globali di AstraZeneca.
Siamo orgogliosi di questa approvazione, un ulteriore tassello che ci avvicina all’obiettivo di cronicizzare il cancro e all’ambizione di eliminarlo, un giorno, come causa di morte. Il nostro impegno è sviluppare terapie innovative in grado di migliorare non solo la sopravvivenza ma anche la qualità di vita dei pazienti”.