Roma, 27 ago. (Adnkronos Salute) – Diciotto mesi di agonia per David Bowie, 8 anni per Steve Jobs. Il cantante inglese soprannominato 'Il Duca bianco' e il creatore di Apple sono solo alcune personalità che si sono dovute arrendere al tumore del pancreas, considerato uno dei 'big killer' dell'oncologia. L'elenco dei nomi illustri che hanno perso la loro battaglia contro la neoplasia è lungo anche in Italia, dove si stima che ci siano oltre 14.000 casi ogni anno. Si va da Dino Buzzati, giornalista e scrittore – il suo libro più amato e conosciuto 'Il deserto dei Tartari' è diventato un emblema della letteratura del Novecento – che da adolescente perse il padre per questa stessa malattia, al tenore Luciano Pavarotti, fino al fondatore di Apple Steve Jobs, al quale il tumore al pancreas era stato diagnosticato nell'ottobre 2003 e con la malattia è vissuto per ben otto anni, fino al 5 ottobre 2011.
Di tumore del pancreas sono morte anche la prima astronauta americana, Sally Ride, e le attrici Anna Magnani e Mariangela Melato; nel mondo del calcio Giacinto Facchetti (storico numero 3 dell'Inter), Giuseppe Meazza e Omar Sivori.
Sven Goran Eriksson, l'allenatore che ha fatto vincere alla Lazio 7 trofei, tra cui lo scudetto del 2000, è soltanto l'ultima vittima illustre di questo tumore. Prima di lui era toccato a Gianluca Vialli, morto a 58 anni, dopo 5 anni dalla diagnosi arrivata nel 2017. Da allora, il campione aveva più volte parlato del male che lo affliggeva non nascondendo fragilità e paure e lavorando fino a quel 14 dicembre 2022 quando, con una nota della Federazione italiana gioco calcio, il capo delegazione della Nazionale italiana annunciava di dover sospendere la sua attività professionale per curarsi al meglio. Due settimane dopo, il 5 gennaio 2023, il decesso.