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Lo studio, condotto dall’Istituto per la Valutazione della Salute e delle Metriche, ha rivelato che il calo dei tassi di fertilità sarà così profondo che oltre il 75% dei Paesi non sarà in grado di mantenere le dimensioni della propria popolazione entro il 2050.
Il problema della fertilità nella popolazione mondiale: ecco cosa sta succedendo
Lo studio condotto dall’Istituto per la Valutazione della Salute e delle Metriche (IHME) presso la Scuola di Medicina dell’Università di Washington, ha analizzato i tassi di fertilità globali, ovvero il numero medio di figli nati da una donna durante la sua vita.
Secondo lo studio, guidato da Stein Emil Vollset e Natalia Bhattacharjee, il tasso di fertilità si è più che dimezzato negli ultimi 70 anni, passando da circa 5 figli per donna del 1950 a 2,2 nel 2021.
I segni più importanti di questo declino sono attesi entro il 2050, quando 155 Paesi su 204 avranno un tasso di fertilità inferiore a 2,1 figli per donna e nel 2100 aumenteranno a 198 su 204. Dunque, il 97% dei Paesi del mondo vedrà declinare la sua popolazione.
I Paesi con il tasso di fertilità superiore al 2,1 e quelli con il tasso più basso
In Oceania con Samoa con 2,57 e Tonga con 2,45, nell’Africa subsahariana con la Somalia con 2,45, Niger con 2,24 e Ciad con 2,15 e uno in Asia centrale, ovvero, Tajikistan con 2,13.
Il tasso di fertilità più basso è previsto nel Bhutan con 0,69 e si prevede inferiore a 1 nelle Maldive (0,77) e a Puerto Rico (0,81), Nepal e Corea del Sud (entrambi a 0,82), ancora nei Caraibi a Santa Lucia (0,87) e a Taiwan (0,90). L’Italia non farà eccezione, con un tasso di fertilità che nel 2100 supererà di poco 1.
Le dichiarazione di Stein Emil Vollset sul problema della fertilità nella popolazione mondiale
«Ci troviamo di fronte a cambiamenti sociali sconcertanti nel XXI secolo. Per molti versi, il crollo dei tassi di fertilità è una storia di successo, che riflette non solo una contraccezione migliore e facilmente disponibile, ma anche la scelta di molte donne di ritardare o avere meno figli, oltre a maggiori opportunità di istruzione e occupazione. Il mondo si troverà ad affrontare contemporaneamente un baby boom in alcuni Paesi e un baby bust in altri. Mentre la maggior parte dei Paesi si confronterà con le sfide economiche di una forza lavoro in calo e l’assistenza a una popolazione sempre più anziana, molti dei Paesi più poveri di risorse dell’Africa sub-sahariana si troveranno ad affrontare il problema di come sostenere la popolazione più giovane e in più rapida crescita del pianeta in alcuni dei luoghi più instabili dal punto di vista politico ed economico, sottoposti a stress termico e con sistemi sanitari in tilt».