Un episodio inaccettabile
Il mondo del calcio è spesso considerato un rifugio per la passione e l’inclusione, ma episodi di razzismo continuano a minacciare questa visione. Recentemente, la Gymnasium di Sassari ha vissuto un momento drammatico durante una partita contro il Mamoiada, quando un gruppo di spettatori ha iniziato a lanciare insulti razzisti verso un giocatore della squadra, Ba, proveniente dal Gambia. Fabrizio Usai, presidente della Gymnasium, ha descritto la situazione come “scioccante”, evidenziando come tali comportamenti non debbano essere tollerati nel calcio e nella società in generale.
La reazione della Gymnasium
In risposta a questo episodio, la Gymnasium ha deciso di non scendere in campo nella partita successiva, una scelta forte e simbolica per protestare contro l’indifferenza mostrata dal giudice sportivo. Nonostante la decisione di far disputare la partita a porte chiuse, il giudice non ha preso provvedimenti significativi contro i colpevoli. Usai ha dichiarato che non sono interessati a vittorie a tavolino, ma desiderano un chiaro segnale che tali comportamenti non siano accettabili. La squadra ha organizzato un pranzo per i giocatori avversari, spiegando le ragioni della loro protesta e sottolineando l’importanza di combattere il razzismo nel calcio.
Un messaggio di integrazione
La Gymnasium di Sassari non è solo una squadra di calcio, ma un simbolo di integrazione e rispetto. Usai ha affermato che la loro missione è quella di promuovere i veri valori sportivi, basati sull’inclusione e sul rispetto reciproco. La decisione di ritirarsi dal campionato in futuro, se non si sentiranno tutelati, è un chiaro messaggio: il silenzio non è un’opzione. La società sportiva si impegna a non lasciare che il razzismo inquini il calcio e a combattere per un ambiente sportivo più giusto e rispettoso.