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Calabria, stato d'emergenza: il Cdm adotta provvedimenti urgenti per il sistema ospedaliero

Calabria stato emergenza

Dichiarazione dello stato di emergenza, della durata di dodici mesi, a seguito della critica condizione del sistema ospedaliero in Calabria.

È stato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, a sollecitare al dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato di emergenza per il sistema ospedaliero calabrese, misura approvata ieri sera, 7 marzo, dal Consiglio dei ministri.

Calabria, Cdm dichiara stato di emergenza per il sistema ospedaliero

Lo stato di emergenza è una situazione giuridica che può essere attivata in risposta a eventi straordinari, come terremoti, incendi, alluvioni o crisi sanitarie, che richiedono interventi urgenti e l’adozione di poteri speciali per tutelare la popolazione e risanare i danni. Occhiuto afferma che si rende assolutamente necessario avvalersi di misure eccezionali per superare le oggettive criticità, colmando quindi una carenza sanitaria non più sostenibile.

In tali circostanze, è possibile sospendere alcune normative e vincoli di bilancio. Nel caso specifico della Calabria, la misura adottata dal Consiglio dei ministri permetterà di accelerare i tempi e semplificare le procedure per le strutture sanitarie in fase di costruzione, come i nuovi ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro, oltre ai presidi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La difficoltà degli ospedali calabresi nell’attuare i progetti del Pnrr ha spinto il governo a dichiarare lo stato di emergenza, una misura solitamente adottata in situazioni eccezionali. Sarà nominato un commissario straordinario per pianificare interventi di riqualificazione, anche infrastrutturali, e coordinare il sistema ospedaliero pubblico per accelerare i lavori del Pnrr. Il commissario sarà scelto dal capo della Protezione civile, Fabio Ciciliano.

La replica di USB Calabria

“Non c’era certo bisogno di un CDM per sapere che la sanità in Calabria è in uno “stato di emergenza”: bastava chiedere a qualsiasi calabrese per rendersene conto. Tuttavia, la decisione presa ieri sera da Meloni e dai suoi sodali rappresenta una scelta storica: infatti, non è mai successo prima d’ora che in una regione venisse proclamato lo stato d’emergenza perché la sua sanità è al collasso”. È quanto afferma in una nota USB Calabria.

Secondo USB Calabria, se il governo vuole davvero risolvere la crisi della sanità calabrese, non ha bisogno di commissari né di stati di emergenza.

Per il sindacato, bastano tre semplici misure: la riapertura immediata dei 18 ospedali chiusi durante il commissariamento, il defininanziamento totale della sanità privata regionale, che secondo USB drena risorse pubbliche senza migliorare la salute collettiva, e l’abolizione del vincolo di spesa per le aziende sanitarie calabresi, per consentire l’assunzione di personale sanitario e garantire un servizio pubblico efficace. USB Calabria sottolinea che, senza queste azioni, il governo sta solo giocando sulla vita dei cittadini calabresi, tra commissariamenti e stati di emergenza, senza portare nulla di nuovo.

Dall’altra parte, Occhiuto chiede, nell’interesse pubblico, di definire con urgenza un quadro normativo adeguato che permetta di semplificare i processi decisionali relativi all’attuazione del piano di edilizia sanitaria, istituendo procedure più rapide e idonee per rispondere alle inevitabili necessità del settore sanitario.