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C.sinistra: Renzi, 'bene Schlein che dice 'no veti', è formula vincente e unificante'

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Roma, 11 lug. (Adnkronos) - "Se la sinistra si unisce e la destra italiana ha un 'Farage', da qui ai prossimi mesi è tutta una lenta caduta per Meloni. Perché ha perso posizioni in Europa: lei aveva tre grandi amici, Sunak, Orbán e Vox. Da tutti e tre, per una rag...

Roma, 11 lug. (Adnkronos) – "Se la sinistra si unisce e la destra italiana ha un 'Farage', da qui ai prossimi mesi è tutta una lenta caduta per Meloni. Perché ha perso posizioni in Europa: lei aveva tre grandi amici, Sunak, Orbán e Vox. Da tutti e tre, per una ragione o per un'altra, non ha più un sostegno, né un gruppo forte in Ue". Lo dice Matteo Renzi a Repubblica intervistato a Londra al suo esordio al Tony Blair Institute del quale è diventato consulente strategico. Il 'Farage' di Meloni è Matteo Salvini? “Può darsi, ma è più difficile. Salvini alla fine si accomoda. Secondo me potrà essere un Vannacci che decide di fare il terzo incomodo come Farage in Gran Bretagna alle ultime elezioni. Oppure potrà essere la destra radicale, che farà pagare a Meloni il suo presunto abbandono della linea tradizionalista”.

"Dall’altra parte -continua Renzi- ecco invece la bravura di Elly Schlein. Schlein dice 'no veti', a differenza di Letta per cui 'Renzi mai', dopo lo 'stai sereno'… Poi governare sarà un problema successivo, magari finirà come l’Unione di Prodi… ma il messaggio di Schlein è perfetto perché a me e agli altri, come Fratoianni o Conte, lei dice 'niente veti' ed è una formula vincente ed unificante”.

Per Renzi, ci sono altri due problemi per Meloni: “Il tema dell’autonomia, che stanno sottovalutando. Anche se il referendum non fa il quorum, è un problema pazzesco per lei. Terza: la questione economica, perché la presidente del Consiglio non riesce a chiudere il bilancio”. Insomma, per l’ex sindaco di Firenze, “i prossimi 12 mesi saranno complicati per Meloni. Perciò voglio dare una mano all’opposizione, pur sapendo che non potrò essere in prima linea. Quindi il fatto di avere tante chiamate internazionali, mi aiuta molto, perché fuori dall’Italia riconoscono il lavoro che abbiamo fatto. E per me, Tony Blair è il top”.