Roma, 2 dic. (Adnkronos) – "Penso sia molto giusto come la segretaria ha declinato la questione: unità, ma non a tutti i costi. Questo non significa rinunciare a essere 'testardamente unitari'. (…). Se partiamo dal confronto sui singoli temi le convergenze ci saranno. Il M5s va sfidato sulla prospettiva del Paese affrontando i singoli temi: diteci cosa volete fare nel merito. Se al tavolo del programma sei d’accordo nove volte su dieci mi sembra difficile riproporre il ragionamento 'tu sì tu no' senza cadere nel ridicolo". Lo dice il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in una intervista al quotidiano La Stampa.
"Le alleanze 'variabili' sono un limite enorme. Faccio parte di coloro che possono testimoniare gli effetti negativi di un mancato chiarimento sulla prospettiva… Ma questo problema non si supera con gli aut-aut. C'è stata un’evoluzione importante frutto del confronto che ora va proseguito sui temi: dall’alto, con iniziative programmatiche comuni, e dal basso con comitati per l’alternativa sul territorio. Ciò farà emergere meglio la contraddizione: se ti collochi nel campo progressista, denunci le politiche della destra, poi diventa difficile dire che non sei nella coalizione per batterla. La contraddizione nel M5S non ancora risolta è questa: l’importanza eccessiva che attribuiscono al tema delle alleanze, del rapporto con Renzi. Una forza politica con una forte identità non teme alleanze con forze diverse da sé. E se una volta stai dentro ed una stai fuori, però, l’unico messaggio che rischi di dare e’ che sei confuso".
"Io le primarie le ho fatte nel 2013, le ho vinte. Non credo siano un tabù. Ma non credo che siano l’unica risposta che si può dare a una crisi della rappresentanza", aggiunge in merito alla proposta di Stefano Bonaccini. "E’ positivo che si percepisca una più spiccata identità del Pd. Credo che identità più nette siano una risposta alla crisi della democrazia. Questo non cancella l’esigenza di dare rappresentanza a elettori più moderati e favorire alleanze con forze di quell’area". Quanto al suo ruolo, osserva: "La segretaria mi ha chiesto di continuare a fare quello di cui ho cercato di occuparmi nei mesi precedenti e anche in modo più strutturato: lavorare sul tema della re-industrializzazione, sul patrimonio industriale. Se sarà ufficializzato lo farò con passione. Ma è un lavoro che farò indipendentemente dalla decisione che prenderò sul seggio da deputato".