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**C.sinistra: Bonelli, 'caro Dario non sono d'accordo, serve un'alleanza'**

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Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Caro Dario no, non sono d'accordo". Angelo Bonelli, leader dei Verdi e daputato di Alleanza Verdi e Sinistra, interpellato dall'Adnkronos boccia la proposta di Dario Franceschini. Per due motivi inanzitutto. Il primo tecnico, la legge elettorale. &quo...

Roma, 24 gen. (Adnkronos) – "Caro Dario no, non sono d'accordo". Angelo Bonelli, leader dei Verdi e daputato di Alleanza Verdi e Sinistra, interpellato dall'Adnkronos boccia la proposta di Dario Franceschini. Per due motivi inanzitutto. Il primo tecnico, la legge elettorale. "Marciare divisi? Serve un proporzionale puro. Possiamo anche proporlo, ma la destra di Meloni lo vuole? Non credo".

Il secondo strettamente politico. "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perchè lo stesso schema non deve valere per le politiche?". E c'è anche un terzo punto: il rischio che le mani libere prima del voto, lo restino anche dopo. "L'Ulivo non torna ma anche il tempo della maggioranze variabili, dei governi tecnici è finito".

Bonelli, marciare divisi come dice Franceschini? "Rispetto Dario che conosco da tempo ma no, non sono d'accordo. Intanto c'è un problema tecnico: l'attuale legge elettorale prevede una quota maggioritaria. Servirebbe comunque un qualche tipo di un accordo sui collegi uninominali. Ma senza un'alleanza, chi mi dice che il deputato che contribuisco a far eleggere – uno non di Avs, intendo- una volta eletto non passi con il centrodestra o non voti con la destra magari a favore del nucleare? Per me non è pensabile. Il tempo delle maggioranze variabili, dei governi tecnici è finito".

E allora lo schema resta quello della coalizione stile Unione? "No, su questo condivido quanto dice Dario. L'Ulivo non torna, è consegnato alla storia. E nemmeno l'Unione col suo programma di 300 pagine. Ma sì a un'alleanza fondata su un minimo comun denominatore: salari, sanità, ambiente. Punti condivisi che dicano agli elettori chi siamo, cosa proponiamo per battere la destra. Lo abbiamo fatto alle regionali, perchè non dovremmo farlo alle politiche?".

Anche per un minimo comun denominatore serve però un confronto. C'è il rischio, come dice Franceschini, di avvitarsi in discussioni infinite? "Ma magari si discutesse un po'… Noi di Alleanza Verdi e Sinistra siamo estremamente unitari e siamo pronti a discutere con le altre forze politiche. Qui il problema non è l'avvitamento in discussione infinite, ma semmai discutere di più".

Nel suo schema Bonelli c'è anche un candidato premier del minimo comun denominatore? "Certo. Poi le soluzioni si trovano: primarie, chi guida il partito che ha preso più voti… Le formule non mancano ma c'è un lavoro da fare prima. E ribadisco, noi di Avs siamo disponibili". Franceschini si rivolge anche a Forza Italia, che ne pensa? "Servirebbe un proporzionale puro e non credo la destra lo voglia. Ma poi Forza Italia non è una forza liberale e moderata, Forza Italia è appiattita totalmente su Giorgia Meloni. Basta sentire quello che ha detto ieri Tajani, ministro degli Esteri peraltro, sulla Corte penale internazionale che non sarebbe 'oro colato' quello che prescrive…".