Caso Burisma, incriminata talpa FBI che aveva accusato i Biden: tutto inventato

La talpa dell'FBI aveva accusato Joe e Hunter Biden di aver richiesto del denaro per difendere la società ucraina Burisma.

Il caso avuto inizio nel 2020 sembra ormai vicino alla sua conclusione, perché la talpa dell’FBI che aveva accusato Joe e Hunter Biden di aver intascato dei soldi per la protezione di una società ucraina, la Burisma, è stato incriminato.

Stando a quanto rivelato dal procuratore speciale David Weiss, l’informatore avrebbe mentito.

Un racconto fittizio

La notizia è stata condivisa dal Washington Post e stando a quanto dichiarato dal procuratore speciale David Weiss non ci sarebbero dubbi, Alexander Smirnov, ex informatore dell’FBI, ha mentito sugli affari di Joe e Hunter Biden. Il caso riguarda ciò che è avvenuto nel 2020 quando entrambi erano stati accusati di aver intascato circa 5 milioni a testa per proteggere, da qualsiasi tipo di problema, una società ucraina chiamata Burisma.

Un caso che all’epoca fece parecchio discutere anche perché il figlio del Presidente degli Stati Uniti, almeno al tempo, faceva parte del consiglio di amministrazione della suddetta compagnia. Secondo l’accusa però Smirnov avrebbe inventato tutte le prove a sostegno di tale ipotesi creando, di fatto, una storia fittizia.

Una “fonte umana confidenziale”

Stando a quanto si legge dall’atto di accusa, che il gran giurì ha depositato mercoledì scorso presso la corte federale della California, l’ex informatore avrebbe agito come “fonte umana confidenziale” per l’FBI per almeno una decina di anni e, in questo lasso di tempo, si sarebbe occupato di fornire informazioni al suo responsabile da utilizzare poi nelle indagini criminali.

Secondo il documento a Smirnov sarebbe stato ripetuto più volte di fornire informazioni veritiere all’FBI e di non fabbricare prove, nonostante ciò però ha comunque mentito sulla situazione che riguardava Joe e Hunter Biden.