Buchmesse, Lagioia: le fiere sono cambiate, ma servono ancora

Francoforte, 19 ott. (askanews) - "Io ovviamente amo le fiere editoriali, per forza di voce avendo diretto quella di Torino, quindi la fiera di Francoforte è una grande fiera, è una fiera che in realtà ha cambiato pelle. Le fiere di affari hanno cambiato pelle dopo il Covid, perché si sono un po...

Francoforte, 19 ott.

(askanews) – “Io ovviamente amo le fiere editoriali, per forza di voce avendo diretto quella di Torino, quindi la fiera di Francoforte è una grande fiera, è una fiera che in realtà ha cambiato pelle. Le fiere di affari hanno cambiato pelle dopo il Covid, perché si sono un po’ ridimensionate, nel senso che molti affari vengono fatti online attraverso, quello che noi chiamavamo Zoom, che adesso sono appunto le call. Questa cosa ha cambiato un po’ il gioco delle fiere d’affari, però questo non toglie che Francoforte resti una grande fiera: ci sono un sacco di editori, il luogo dove c’è la compravendita dei diritti, dove alcuni libri prendono il volo per altri Paesi, quindi tutto questo è uno dei grandi luoghi dove questa cosa qui accade nel mondo”.

Lo ha detto ad askanews Nicola Lagioia, uno dei più importanti scrittori italiani, che è stato per sette anni alla guida del Salone del Libro di Torino. Anche lui è tra gli ospiti della Buchmesse di Francoforte, nell’anno dell’Italia Paese Ospite d’onore.

“Dovrebbe servire anche come promozione, anche come luogo di incontro, cioè qua dovrebbero incontrarsi, da una parte le istituzioni, per esempio politiche, e dall’altra i rappresentanti dell’editoria per rafforzare il settore, per parlarsi, a volte anche per discutere o per scontrarsi come è stato in questo caso tra associazioni di categoria e governo, che hanno scritto una lettera non irrilevante da questo punto di vista.

Queste fiere servono, son sono solo delle vetrine”.