“Ero emozionata, non mi sono neppure resa conto. Bisogna valutare il contesto in cui certe cose si dicono. Non eravamo in un’aula universitaria. L’evento, certo, riguardava un premio culturale; tuttavia, in un’atmosfera di levità. Rispetto il punto di vista di Michela Murgia e mi fa piacere che abbia dato peso all’accaduto. Del resto, la considero una sorella maggiore. Una persona da cui ho molto da imparare, soprattutto per la scrittura”.
E’ stata proprio Michela Murgia, che ha trionfato al Campiello con il romanzo «Accabadora»., ad andarci giù pesante e senzamezzi termini:
“Vespa non mi è piaciuto. Il suo comportamento verso la Avallone e gli apprezzamenti sono stati di cattivo gusto. Se li avesse fatti a me, avrebbe avuto la risposta che si meritava. Quando c’è di mezzo una donna, si va sempre a parare sul corpo. Non importa la sua intelligenza, non importa se viene festeggiata, premiata, perché ha scritto un libro importante. Tutto si svilisce, si riduce alla carne”
Vespa replica così alle polemiche, facendo finta di niente: “L’apprezzamento alla Avallone era fatto con molta grazia.
La Murgia dimostra di non avere senso dell’umorismo. Ad majora”. Berlusconite, appunto.