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La polizia federale brasiliana ha formalmente accusato l’ex presidente di aver manipolato i registri sulle vaccinazioni per il Covid-19, aprendo così la strada a potenziali accuse penali.
Bolsonaro indagato per frode
Un’indagine precedente aveva già fatto emergere che i registri erano stati falsificati per far credere che Bolsonaro fosse stato vaccinato il 13 agosto 2022 con la prima dose e il 14 ottobre con la seconda, a Duque di Caxias. Nel rapporto la polizia ha evidenziato che l’ex Capo di Stato potrebbe essere accusato di aver falsificato i dati del sistema sanitario del Paese e di aver costituito un’organizzazione criminale per eludere le regole della sanità pubblica. Le persone coinvolte nell’inchiesta sono 16 in totale. Tra di esse c’è anche uno dei suoi ex collaboratori, il tenente colonnello Mauro Cid, che era già stato arrestato a maggio nell’ambito dell’indagine e rilasciato in seguito a un patteggiamento. L’uomo avrebbe ottenuto in modo illecito i registri delle vaccinazioni di Bolsonaro e di sua figlia Laura. La sua testimonianza è stata usata come prova.
Le accuse contro di lui
“È un’indagine selettiva. Sono tranquillo“, ha dichiarato l’ex presidente a Reuters, aggiungendo “Il mondo sa che non ho preso il vaccino“. Durante il suo mandato, inoltre, ha ripetutamente minimizzato l’importanza dell’immunizzazione e delle misure di prevenzione contro il Covid, che solo in Brasile ha ucciso più di 700mila persone. Dalle indagini è emerso anche che i certificati fraudolenti sono stati emessi “per ottenere vantaggi indebiti legati all’elusione delle norme sanitarie stabilite durante il periodo della pandemia“.
Cosa rischia
Il rapporto della polizia potrebbe condurre alla presentazione di accuse penali da parte del procuratore generale del Brasile. Bolsonaro è già stato dichiarato politicamente ineleggibile fino al 2030 per aver fomentato la disinformazione elettorale durante le elezioni del 2022, dove era candidato contro l’attuale presidente Lula da Silva. La Procura dovrà ora decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio davanti alla Corte Suprema.