Il pettegolezzo è sempre esistito, non solo in ambienti culturalmente degradati, ma anche in quelli artistici, coinvolgendo grandi personaggi, celebri per capacità e talento.
Nel corso dell’800, secolo particolarmente fecondo di musicisti dalle doti eccezionali, Richard Wagner mise in giro una voce sul collega Johannes Brahms che, se confermata, avrebbe dell’incredibile, ovvero che egli, per comporre le sue melodie, avrebbe preso spunto dai gatti.
Se la cosa si fermasse qui potrebbe essere considerata semplicemente come la bizarria di un artista, ma sono le modalità che fanno accapponare la pelle; Brahms, con inaudito sadismo, avrebbe avuto l’abitudine di arpionare felini e altri animali dalla finestra della propria abitazione, poi, dopo averli issati dentro casa, si sarebbe divertito ad ascoltarne gli ultimi rantoli, giungendo ad annotare i momenti e i suoni derivanti dalla loro agonia su un apposito taccuino.
Effettivamente, sembra impossibile che un uomo del talento di Brahms, compositore e direttore d’orchestra tra i più grandi di sempre, potesse avere manie tanto efferate e insensate; forse si trattava di un pettegolezzo nato dalla gelosia, sentimento comune anche ai migliori artisti, qualsiasi sia l’epoca di appartenenza.