Satnam Singh è morto dopo un incidente nei campi in cui lavorava. La moglie, che è rimasta tutto il tempo insieme a lui, ha raccontato quello che è accaduto.
Bracciante morto a Latina, la moglie: “Era ancora vivo”
Satnam Singh è morto dopo un incidente nei campi in cui lavorava. Era un bracciante indiano assunto in un’azienda di Cisterna Latina di proprietà di Antonello Lovato, che è stato arrestato con l’accusa di omicidio doloso. L’uomo avrebbe perso tempo non portando subito il bracciante in ospedale. Lo ha caricato in uno dei suoi furgoni e abbandonato fuori dalla sua abitazione, gettando l’arto amputato in un bidone della spazzatura. Secondo il gip, Lovato era consapevole che il suo comportamento poteva provocare la morte dell’uomo che “era ancora vivo mente eravamo sul furgone“, come ha raccontato la moglie. L’autopsia ha confermato che si poteva salvare.
Il Corriere della Sera ha riportato le parole di Soni, la moglie di Satnam Singh, riferite agli inquirenti. Nel verbale viene spiegato che i due lavoravano insieme e si occupavano della raccolta di frutta e verdura a 6 euro l’ora. Nel giorno della tragedia, i due hanno lavorato insieme la mattina ma poi si sono divisi. “È stato incaricato di raccogliere la plastica dietro il trattore. Quando è successo l’incidente, Antonello (Lovato) stava seduto sul trattore fermo e mentre l’avvolgiplastica era in funzione dava indicazioni a mio marito” ha raccontato la donna.
Bracciante morto a Latina, le parole della moglie: “Nel furgone lo vedevo respirare”
Ad un certo punto si sono sentite le urla di Lovato e la moglie del bracciante è andata nel panico. “Ho capito che era stato trascinato all’interno dell’avvolgiplastica. Antonello urlava ‘è morto, è morto’. Mio marito aveva il braccio destro tranciato e ferite a entrambe le gambe. Ho chiesto ad Antonello di chiamare i soccorsi, ma lui urlava solo ‘è morto, è morto’” ha raccontato la moglie. L’uomo in realtà era ancora vivo. Sul luogo dell’incidente erano presenti anche altre persone, come ha raccontato la moglie del bracciante, ma nessuno ha fatto nulla.
Soni e il marito, che era ancora vivo, sono stati caricati sul furgone di Lovato, al buio, in mezzo a cassette usate per raccogliere ortaggi. “Ero sicura che mio marito fosse vivo, l’ho visto respirare, in maniera regolare e in alcuni momenti velocemente, fino a quando eravamo a casa, pur non parlando, rimanendo immobile e aveva gli occhi semichiusi” ha raccontato la donna. Quando sono stati scaricati davanti alla loro abitazione, un vicino di casa ha chiamato i soccorsi. Il braccio di Satnam, però, è stato gettato nella spazzatura da Lovato. Il bracciante è morto due giorni dopo in ospedale.