La mia famiglia è il mio sostegno e mi impedisce di perdere la mente.
Queste furono le parole esatte dell’interlocutore Giacomo Bozzoli quando l’ho incrociato nel carcere di Bollate. Ho avuto notizie dell’incontro con il detenuto Giacomo Bozzoli, che si è svolto nelle precedenti settimane nella penitenziario di Bollate, attraverso Carmela Rozza, la consigliera regionale del Pd. Bozzoli, un uomo di 40 anni, è stato incarcerato dopo che la Corte di Cassazione ha condannato all’ergastolo per l’omicidio di suo zio Mario, commesso nell’ottobre 2015.
Rozza ha dichiarato di avergli reso visita direttamente in prigione per controllare le condizioni di salute dei detenuti. L’ho trovato – ha raccontato – durante il suo appuntamento con lo psicologo. La sua prima affermazione è stata: sono innocente, qualsiasi potrebbe ritrovarsi nella mia situazione. Secondo la consigliera lombarda, Bozzoli sembrava angosciato e continuava a sostenere la sua innocenza, cosa che lo rende difficile accettare la sua detenzione. Tuttavia, è seguito da professionisti e sta lavorando su di sé per accettare la sua situazione.
Rozza ha dichiarato di essere rimasta colpita dal loro incontro, descrivendo Bozzoli come un uomo depresso, ma al tempo stesso umile. Non ha menzionato nulla della circostanza che lo ha portato in carcere, così come non sono stata in grado di farlo io. Gli ho solo ricordato che deve affrontare la realtà e accettare la situazione. Al momento del nostro incontro, indossava un paio di pantaloncini sportivi, una t-shirt e delle scarpe da tennis.
Mi ha confidato di aver apprezzato molto la nostra conversazione.