Botta e risposta con Ainé

L’11 ottobre uscirà per "LEGGERO", la seconda parte del concept album di Ainé, in uscita su tutte le piattaforme digitali: un diario emotivo che racconta l’elaborazione di una separazione e la successiva rinascita. Se la prima parte, “Buio”, raccontava la perdita di direzione, delle ce...

L’11 ottobre uscirà per “LEGGERO”, la seconda parte del concept album di Ainé, in uscita su tutte le piattaforme digitali: un diario emotivo che racconta l’elaborazione di una separazione e la successiva rinascita. Se la prima parte, “Buio”, raccontava la perdita di direzione, delle certezze e il crollo delle fondamenta di quello che si era costruito. “Leggero” affronta la rinascita, la risalita da quel periodo buio ma anche il coraggio di guardare al passato così com’è senza volerlo cancellare.

Al secolo Arnaldo Santoro, classe 1991, Ainé è una delle eccellenze dell’R&B in Italia. Con due album e tre EP all’attivo (Universal Music, Virgin Records, Totally Imported), Ainé ha costruito un percorso unico nel panorama italiano, che lo hanno portato a collaborare con artisti come Giorgia, Marco Mengoni, Mecna e tanti altri.

Alla vigilia dell’uscita della sua release – e in attesa di ascoltarlo live – il suo “BUIO LEGGERO TOUR”, a partire da Novembre, toccherà come prime città Roma, Torino, Milano e Bologna – questo è quello che ci ha raccontato.

Ciao Ainé, e benvenuto su notizie.it

Quando hai deciso di intraprendere la carriera artistica?

Da quando sono piccolo ho sempre sognato di fare questo lavoro: mio nonno mi regalò la mia prima tastiera a 10 anni e da allora non l’ho più lasciata. In seguito, guardando il video musicale di “Thriller” di Michael Jackson, pensai: “un giorno anche io vorrò ballare, cantare e suonare”.

Quando hai capito che questa era la tua strada?

Quando ero piccolo mi vergognavo di questa mia passione perché mi vedevo e sentivo diverso dai miei compagni.

Sono nato in un contesto sociale dove si era soliti andare nei centri sportivi per giocare a tennis o calcio ma a me non andava, non interessava. Infatti, mentre gli altri giocavano a calcio, io cantavo, parlavo e giocavo con le formiche da solo: ero un bimbo molto fantasioso. Mi travestivo da tutti i miei personaggi preferiti e già ascoltavo il Jazz: gli altri all’inizio mi trattavano come se fossi un alieno.

Quasi non accettavo questa cosa della musica, poi col tempo non sono più riuscito a farne a meno.

I tuoi artisti preferiti?

Ce ne sono troppi: sicuramente quelli di sempre sono Michael Jackson, Stevie Wonder, Justin Timberlake, Pino Daniele, Herbie Hancock, Keith Jarrett, Miles Davis, Bill Evans e ancora D’Angelo, J Dilla, Robert Glasper, John Mayer, A Tribe Called Quest, Slum Village, Bilal, Nick Hakim, Bon Iver e Mk Gee

E⁠ ⁠i tuoi club e festival preferiti?

Ai tempi Umbria Jazz.

Come definiresti la musica che suoni e produci?

Un insieme di generi e stili diversi che vanno dal Jazz al soul al R&B, all’Hip Hop e all’elettronica.

⁠Il momento che ricordi con più piacere nella tua vita da artista?

I momenti che custodisco nel cuore sono sicuramente tutti i vari featuring e le collaborazioni realizzate in questi anni.

Sono unici i momenti in cui ho condiviso il palco con Robert Glasper, Solange, in cui ho cantato e sono stato in studio con Common, e in cui ho duettato con Giorgia.

E quello più assurdo o imbarazzante?

Per fortuna fino ad ora non ce ne sono stati e speriamo nemmeno in futuro.

Come trascorri il tempo libero?

Amo passare il tempo libero facendo sport, giardinaggio, dipingendo, lavorando il legno e ascoltando musica.

Come ti rapporti con i social network?

Quello che mi lega ai social network è un rapporto complesso che definirei di amore e odio.

Ci racconti i tuoi prossimi progetti?

Dopo l’uscita del disco, il prossimo progetto è il tour. Dopodiché ci saranno sicuramente altre collaborazioni come autore e compositore. Il prossimo disco invece è in programma per il 2025.

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