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Bollette più care, aiuti in arrivo: priorità alle fasce di reddito più basse

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Decreto bollette, sostegno ai redditi bassi: sei mesi di aiuti in arrivo, con 1,3-1,5 miliardi destinati al bonus sociale. Restano da definire le coperture e il modello di distribuzione del sostegno.

Il nuovo decreto bollette sta prendendo forma. L’intervento, da 2,8-3 miliardi di euro, punterà a sostenere sia le famiglie che le imprese, comprese quelle energivore. Il provvedimento arriverà domani sul tavolo del Consiglio dei ministri, come confermato dal ministero dell’Economia.

Caro bollette, aiuti ai redditi bassi: bonus sociale al centro del nuovo decreto

Nel frattempo, i tecnici del dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti si confronteranno con il ministero dell’Ambiente per definire gli ultimi dettagli sulle misure e le coperture finanziarie.

Cosa c’è al centro del decreto? Il cuore del decreto è il bonus sociale per le famiglie con redditi più bassi. Questa misura dovrebbe assorbire tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro, resta da capire quale modello verrà adottato per l’erogazione dell’aiuto. Il riferimento più vicino è il 2023, quando il governo Meloni, in continuità con le misure dell’esecutivo Draghi, aumentò la soglia Isee per l’accesso al bonus da 9.530 a 15.000 euro. In quell’occasione, l’agevolazione fu rafforzata per chi rientrava nella fascia più bassa (fino a 9.530 euro), mentre per le famiglie con un Isee tra 9.530 e 15.000 euro il contributo copriva l’80% dello sconto.

Nel quarto trimestre dello scorso anno il meccanismo cambiò, riducendo la platea dei beneficiari per far fronte a risorse più limitate. Il contributo straordinario per le bollette di luce e gas venne modulato in base al numero dei componenti del nucleo familiare e, nel caso del gas, anche in base all’uso specifico (acqua calda, cottura cibi, riscaldamento o combinazione di questi). Complessivamente, nel 2023 il bonus ha sostenuto oltre 4,5 milioni di famiglie, per un totale di 1,7 miliardi di euro.

Caro bollette, aiuti ai redditi bassi: sei mesi di sostegni ma restano nodi da sciogliere

Nei primi tre trimestri furono erogati 1,4 miliardi, di cui un miliardo coperto dallo Stato e 430 milioni ricavati dalle componenti tariffarie. Nell’ultimo trimestre, con il passaggio al sistema basato sul “quoziente familiare”, l’esborso si ridusse a 300 milioni.

Il nuovo decreto dovrebbe garantire sei mesi di aiuti, ma restano ancora diversi nodi da sciogliere. Uno dei punti cruciali è la scelta del modello di calcolo per la distribuzione del sostegno, così come la definizione delle imprese che potranno beneficiare degli aiuti: solo le grandi aziende energivore o anche le piccole imprese? Molto dipenderà dalle risorse disponibili.

Tra le possibili coperture si valutano 600 milioni recuperabili dalle aste Ets, il sistema di tassazione sulle emissioni inquinanti pagato dalle aziende. Si discute anche della proroga delle concessioni idroelettriche, con l’obbligo di destinare una quota dell’energia prodotta al Gse, e di una stretta sulle società che applicano extracosti in bolletta o non riconoscono gli sconti dovuti.

Oggi i tecnici lavoreranno per sciogliere questi nodi e definire gli ultimi dettagli prima del via libera del governo.