Tutti gli occhi sono fissi sul ministro della Cultura che è sotto il costante rischio di nuove rivelazioni potenzialmente distruttive – chat, fotografie, registrazioni e documenti – che potrebbero ulteriormente deturpare la sua reputazione già offuscata dallo scandalo di Pompei. Nonostante il tentativo di risollevare il suo nome con un’intervista televisiva, Gennaro Sangiuliano si ritrova ancora in una posizione instabile. Riporta La Stampa in un’intervista esclusiva, la sua accusatrice Maria Rosaria Boccia, sostiene che il ministro è soggetto a ricatto da parte di individui che hanno beneficiato di certi favori. E le rivelazioni potrebbero non essere finite qui, con la possibilità che l’imprenditrice possa fornire ulteriori dettagli attraverso futuri interventi nei media. Sangiuliano, per sua parte, sta considerando l’azione legale, prevedendo un esposto in Procura relativo al caso Boccia, come annunciato in una nota del ministero. Mentre tutto ciò accade, Boccia, sull’onda dei suoi 100mila follower, conduce la sua lotta sui social, puntando il dito contro le alte sfere del potere, tra cui la premier Meloni. “Vengo additata come ricattatrice”, si difende, “ma non sono io la causa del ricatto. Sono quelli che detengono il potere a ricorrere a tali tattiche”. Boccia rivendica la sua “dignità” di donna e denuncia di sentirsi “tradita”.
“Non consentirò che il mio racconto sia distorto dal cinismo, dall’audacia e dal dispotismo di un potere dominante”, afferma in maniera veemente. Lancia eloquenti insinuazioni: “Chi era realmente coinvolto nel pettegolezzo: io, lui o ‘l’altra persona’ che ha approfittato di un momento cruciale per la nazione?”. Nel suo colloquio con il giornale di Torino, sostiene le sue affermazioni, sottolineando l’imprecisione delle garanzie fornite dal ministro in televisione. In primo luogo, ribadisce che le spese di viaggio erano a carico del ministero. In secondo luogo, l’ispezione effettuata con lui a Pompei era “un controllo preliminare per il G7” e non un semplice viaggio. In terzo luogo, l’Mail inviata dal direttore del parco di Pompei dettagliava i percorsi ministeriali e fu proprio Sangiuliano a suggerire a Zuchtriegel di inviarla anche a lei. Queste affermazioni potrebbero essere sufficienti per avviare un’indagine. Così tanto che “distrazione per peculato e divulgazione di segreti d’ufficio” sono le presunte infrazioni che Angelo Bonelli del Verdi ha citato nella denuncia presentata oggi all’ufficio del procuratore di Roma presso gli uffici di polizia di Montecitorio. Nel frattempo, il ministro continua a lavorare instancabilmente nel suo ufficio di Via del Collegio Romano, quasi per compensare il tempo perduto a causa della controversia Boccia. Ha una lunga sessione di lavoro dedicata al settore musicale con il suo vice, Gianmarco Mazzi, e un incontro con Nicola Borrelli, direttore generale del cinema. Ha anche una riunione con il direttore generale dei musei, Massimo Osanna, e Luigi La Rocca, responsabile del dipartimento per la protezione del patrimonio culturale e del paesaggio, per discutere le attività correnti e le prossime iniziative.
Il sottosegretario all’economia Freni ha firmato il decreto di attuazione della riforma del Mic, che prevede l’abolizione della segreteria generale e la creazione di quattro dipartimenti, ma ha riscontrato dei rallentamenti nella legge di bilancio. Nonostante ciò, le difficoltà sembrano non finire. La sua intervista di 20 minuti al Tg1 è stata seguita da oltre 3,2 milioni di spettatori – circa 350mila meno rispetto all’edizione delle notizie precedente e oltre un milione in meno rispetto al programma successivo, Affari Tuoi. Questo fatto ha causato ulteriori problemi. Infatti, la presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia del 5 stelle, ha dichiarato che, a seguito delle numerose proteste politiche sulla quantità “eccezionale” di tempo dedicata al ministro, convocerà un ufficio di presidenza “con la massima urgenza” per discutere della questione.