In questa situazione, ho deciso di adottare una regola personale. Non intendo parlare più, a meno che non sia costretta, ed è successo diverse volte, poiché sono state diffuse delle falsità che danneggiano la mia reputazione, costringendomi a difendermi. Questo è quanto dichiarato da Maria Rosaria Boccia in un’intervista con Luca Telese per ‘Il Centro’. Questa sera parteciperà anche a PiazzaPulita, spiegando che Sangiuliano ha presentato una denuncia contro di lei, una scelta che considera quasi assurda. Molti, le viene fatto notare, leggendo questa denuncia, hanno trovato tanti aspetti inquietanti che sembrano verosimili: solo chi non conosce i fatti. Le menzogne si smontano facilmente, mentre altre sembrano quasi ridicole, risultato, temo, di una certa ignoranza digitale. I bravi magistrati che si occuperanno della questione hanno le prove che sostengono la mia versione, prova che, secondo l’imprenditrice, Sangiuliano stesso avrebbe fornito attraverso il sequestro dei suoi dispositivi digitali. In quei dispositivi si trovano le nostre conversazioni, i messaggi che lui ha inviato e che ha utilizzato per la sua denuncia, non io. Ma ora i magistrati potranno esaminarli per intero. Scopriranno che se c’è una vittima in questa vicenda, sono proprio io! Credo che, esaminando i dialoghi completi, quelli da cui il ministro afferma di sentirsi minacciato, non potranno fare a meno di ridere.
Boccia esprime il suo parere sulla caricatura di Sangiuliano ‘incinto’, pubblicata su un sito prima delle varie supposizioni, la quale, secondo quanto affermato, sarebbe indicativa di un presunto ricatto da parte sua. “Ho cercato su Google e ho fatto uno screenshot dell’autore della satira,” afferma, “ed è una persona che non avevo mai incontrato. È sufficiente leggere la didascalia per capire che si allude alle famose gaffes del ministro: ‘Il ministro in attesa di partorire l’ennesima c…ata’. Una parte consistente della denuncia, prosegue Boccia, è basata sull’idea che l’intervista di Marianna Aprile e il suo coinvolgimento siano elementi chiave nella supposta minaccia al sistema politico. Il giorno prima dell’intervista su La7, Sangiuliano ha firmato una missiva di diffida che mi impediva di divulgare qualsiasi informazione o citazione a suo riguardo. Ho ricevuto questa raccomandata alcuni giorni dopo; la lettera risale al 5, un momento in cui Sangiuliano era ancora in carica. Tuttavia, il colloquio è andato in onda il 6, come ricorda Telese: “Quando abbiamo finito di registrare, ci avete comunicato che Sangiuliano si era dimesso, secondo quanto riportato dall’Ansa. Di conseguenza, quando l’intervista è stata trasmessa, era un privato cittadino. Pertanto, non ci sono reati o minacce a un ‘sistema politico’. Il giorno prima della sua intervista al Tg1, racconta Boccia, Sangiuliano mi ha contattato, accennando a chi era contrario alla mia nomina: ‘Non farmelo ripetere al telefono, tu sai bene perché’. In quella lunga conversazione del 3 settembre, prima del Tg1, Gennaro non ha avuto il coraggio di dirmi che avrebbe parlato di me e di questioni private. È stato lui a menzionare la mia persona, infrangendo la mia privacy.”
Crede che fosse lui a subire una ingiustizia? Io non avevo mai espresso alcuna opinione pubblicamente su di lui. Durante quella chiamata, mi sentivo frustrata dal suo atteggiamento. Lui sosteneva che fossimo entrambi vittime. Era colpito dalla satira e dai commenti e affermava che entrambi eravamo diventati degli obiettivi. Disse qualcosa di assurdo: ‘Mi rinchiuderò nell’ultimo ufficio della Rai. Sarò un archivista nella redazione Regioni, lavorando in maniche corte. Mi ritirerò in un convento’. E aggiunse: ‘Imparerò il cinese e andrò a servire in un ristorante a Pechino’. Ma la vera sorpresa, continua Boccia, è che annunciava di voler acquistare un nuovo telefonino, promettendo di rivelarmi il numero solo a me. Il giorno seguente, dopo aver avanzato questa angosciante richiesta d’aiuto, si presentava davanti agli italiani dicendo di averla lasciata, chiarendo: ‘Giorgia Meloni ha rifiutato le mie dimissioni’. Attaccare Meloni? ‘Mai! Per quale motivo dovrei farlo?’ C’era timore di una denuncia? ‘Nessun timore. Per tutte le ragioni che le ho indicato, no: zero preoccupazioni e massima fiducia negli eccellenti magistrati che stanno indagando’.