Poco dopo mezzogiorno, qualcosa si è spento. Non solo la luce. Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia. Intere città inghiottite da un blackout improvviso, senza preavviso. E il panico, inevitabile, ha fatto il resto.
Spagna al buio: metropolitane ferme, aeroporti paralizzati
Succede tutto in pochi minuti. Alle 12.30 circa, la corrente salta in quasi tutta la Spagna.
E non solo: anche il Portogallo e il sud della Francia restano senza energia. La metro si blocca, i semafori pure. Barajas, uno degli aeroporti più grandi d’Europa, perde l’illuminazione. Caos, ritardi, linee telefoniche mute. Red Eléctrica, la compagnia che gestisce la rete elettrica, corre ai ripari. Ma non sa ancora spiegare cos’è successo. Si parla di blackout generalizzato, di “zero” nel sistema. Le indagini partono. Anche il Centro nazionale criptologico valuta un possibile cyber attacco. Niente è escluso. Nemmeno il peggio.
Nel frattempo, il traffico ferroviario si ferma, le compagnie aeree si arrampicano come possono per contenere il disastro. A Lisbona, migliaia di passeggeri restano bloccati. Anche il Masters 1000 di Madrid deve fermarsi: match sospesi, arbitri e giocatori spaesati. Le isole Canarie e le Baleari, invece, si salvano. I loro sistemi elettrici sono indipendenti. Una fortuna, forse.
Ospedali in allerta e paura social: il governo si muove
In mezzo al blackout, gli ospedali di Madrid tengono duro grazie ai generatori. Le sale d’emergenza restano operative, almeno quelle. Altri centri, invece, senza alternative, devono ridurre i servizi. María Teresa Pinedo, direttrice di un centro a Lavapie’s, racconta: “Facciamo quello che possiamo”. Troppo poco, forse.
Il governo convoca subito una riunione di crisi. Pedro Sánchez in prima linea, insieme a ministri e tecnici. Si cerca una soluzione rapida. Intanto, sui social impazza il panico. Si rincorrono voci, complotti, profezie di un blackout “programmato”. Scene già viste, durante la pandemia. Bombole di butano, fornelletti da campeggio, batterie: assalto ai negozi.
Ma la ministra Teresa Ribera cerca di rassicurare: “Non siamo di fronte a nessuno scenario critico”. Riserve sufficienti, sistema moderno. Parole che però non bastano a placare l’ansia. Anche perché la Protezione civile, un po’ più realista, parla di “possibilità reale” e diffonde consigli d’emergenza. Torce, acqua, viveri a lunga conservazione. Non si sa mai.