Sembra un film. Ma certe cose, ogni tanto, accadono davvero. E quando succede, ci si chiede: siamo pronti?
Milano e l’ombra del blackout: cosa succede se si spegne tutto
Nel 2003, l’Italia si spense per mezza giornata, un blackout anche per Milano. Una notte intera senza luce. Colpa di un albero, incredibile a dirsi, che mise fuori uso una centralina in Svizzera.
Vent’anni dopo, il panico torna: un maxi blackout paralizza Spagna e Portogallo. Le domande rimbalzano anche qui. E se accadesse a Milano?
Terna parla chiaro: le cause possono essere diverse. A volte imprevedibili. Ma quando il guasto si ripara, la luce torna. Di solito. Milano, intanto, ha la sua rete. Sembra solida. Unareti, del gruppo A2a, gestisce tutto: 13 cabine primarie, 6.000 secondarie, 7.300 chilometri di cavi sotto i piedi dei milanesi. Un protocollo d’emergenza esiste, certo. Ma reggerebbe davvero se si spegnesse mezza Italia?
La risposta è… dipende. Il sindaco ha il primo compito. Poi, se le cose si mettono male, entra in gioco la Città Metropolitana. E se nemmeno questo basta, via alla “colonna mobile”: una macchina di uomini e mezzi, pronta a partire in sei ore. Anche due, se serve. Il punto è che serve tempo. E il buio non aspetta.
Il piano anti-emergenza nel caso di blackout: chi interviene e con quali priorità
Le priorità ci sono nel caso di blackout per la città di Milano. Chiare. Prima gli ospedali. I generatori partono in 15 secondi. Al Galeazzi-Sant’Ambrogio dicono: “Possiamo andare avanti per giorni”. Poi arrivano le forze dell’ordine. Semafori spenti, strade nel caos. I carabinieri servono. Poi i media. Sì, perché informare è fondamentale. Un tempo c’erano le radio. Ora? Megafoni sulle auto, come durante la pandemia. Non è uno scherzo.
E i mercati? Anche quelli reggono. Piazza Affari non si è fermata nemmeno ieri, con il blackout in Spagna. Hanno sistemi di continuità. Funzionano. Per ora.
I trasporti? Atm ha i suoi piani. Anche gli aeroporti, con rigeneratori a gasolio, non si fermano. Le piste restano illuminate, i voli decollano lo stesso. Ma basta un errore, un ingranaggio che salta, e tutto si spegne.
Una cosa è certa: non basta sperare. Serve prepararsi. Davvero.