Nel 2020, dopo l’omicidio di George Floyd, la protesta contro il razzismo e gli abusi della polizia ha invaso le strade degli Stati Uniti. Una delle risposte più forti si è vista a Washington, D.C., dove la sindaca Muriel Bowser ha autorizzato la creazione di una scritta enorme, gialla, che diceva “Black Lives Matter” proprio sulla 16th Street, la strada che porta alla Casa Bianca.
Trump e “Black Lives Matter”: la rimozione della scritta che divide l’America
La scritta “Black Lives Matter”, il gesto non è stato solo un atto simbolico, ma un segnale forte contro le disuguaglianze razziali, una dichiarazione che ha fatto eco nelle piazze di tutto il paese. La scritta era un promemoria visibile, lì tutti i giorni, del dolore e della lotta che molte persone stavano vivendo. Un segno di speranza per alcuni, un atto di resistenza per altri.
Eppure, tre anni dopo, quel messaggio potente è stato cancellato. La decisione è arrivata in seguito a crescenti pressioni politiche, in particolare dai repubblicani al Congresso e dallo stesso Donald Trump. L’amministrazione Bowser, pur essendo una voce progressista e democratica, ha dovuto fare un passo indietro. La scritta che tanto aveva significato, ora è sparita, lasciando dietro di sé non solo spazio vuoto, ma anche una montagna di polemiche. Per molti, quella rimozione non è stata una semplice questione amministrativa, ma un atto politico. I repubblicani avevano già chiesto più volte che la scritta venisse eliminata, accusandola di essere un messaggio troppo “divisivo” e “politico”. Trump, ovviamente, non ha perso tempo a supportare la rimozione, bollando la scritta come un simbolo di propaganda piuttosto che un gesto di giustizia.
“Black Lives Matter”, Trump quali i simboli politici in gioco?
Non è finita qui. Le cose si sono fatte ancora più complesse quando i repubblicani hanno minacciato di revocare l’Home Rule Act del 1973, che garantisce a Washington, D.C., una certa autonomia nel governarsi. Se la sindaca avesse continuato a promuovere iniziative che considerano politicamente cariche, potrebbero agire per toglierle quella libertà. Un altro pezzo di quella battaglia che ormai si gioca in campo politico. E poi, Trump. L’ex presidente non si è limitato a parlare: ha postato il video su Truth, il suo social, dove si vedevano gli operai al lavoro, mentre cancellavano il messaggio che aveva diviso così tanto il paese. Un video che ha suscitato reazioni contrastanti. Cancellare la scritta, per alcuni, ha significato abbattere un simbolo di resistenza. Per altri, è stato solo un atto di politica sporca. La verità, però, è che dietro quel gesto c’è molto più di un semplice intervento su una strada. C’è un conflitto che continua a dividersi e a creare fratture nella società americana. E la rimozione della scritta è solo una delle tante battaglie che ancora si combattono.