Ad Acerra si è svolto un nuovo sopralluogo nell’appartamento del rione Ice Snei, dove la bimba di nove mesi sarebbe stata mortalmente aggredita dal pitbull di famiglia. La Polizia Scientifica è tornata sul posto per effettuare ulteriori rilievi, fondamentali per chiarire la dinamica della tragedia avvenuta il 15 febbraio, quando in casa erano presenti solo la bambina e il padre, Vincenzo Loffredo.
Bimba morta ad Acerra, nuovo sopralluogo nell’abitazione
All’inizio, il padre aveva parlato di un cane randagio, ma in seguito ha confessato che il pitbull di famiglia avrebbe aggredito la bambina nella notte tra il 15 e il 16 febbraio, morendo poco dopo.
L’appartamento era stato trovato pulito nel corso del sopralluogo effettuato mercoledì della scorsa settimana e l’uomo, indagato per omicidio colposo, sostiene che alcuni parenti potrebbero aver ripulito l’appartamento prima del sequestro. Il suo legale, Luigi Montano, ha chiesto un nuovo interrogatorio per chiarire chi abbia alterato la scena dell’aggressione.
Le indagini della Procura di Nola proseguono con nuovi rilievi nell’appartamento. Si cerca di chiarire cosa sia accaduto mentre l’uomo, positivo ai test sulla cannabis, dormiva.
I primi risultati dell’autopsia sul corpo della bimba morta ad Acerra
Emanuele Ceo, il medico che ha soccorso la piccola Giulia la notte dell’aggressione, ha riferito a Il Mattino che la bambina era già morta da almeno mezz’ora quando è arrivata al pronto soccorso, con il volto devastato dai morsi del pitbull di famiglia. Ha inoltre sottolineato che l’ospedale dista circa tre minuti a piedi dall’appartamento.
Infine, ha confermato che, secondo i risultati dell’autopsia, le ferite riscontrate sul corpo erano compatibili con morsi di cane, sottolineando di poterli riconoscere in qualità di medico. Ha aggiunto che la piccola era arrivata con la frattura della noce del collo, rendendo impossibili i tentativi di rianimazione.