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Due indagati per omicidio colposo per la morte della piccola Anisa Murati, la bimba di sette anni annegata il 17 luglio nel lago del Bioparco AcquaViva di Caraglio, nel Cuneese: la disperazione del papà in un’intervista a Repubblica.
Le parole del padre di Anisa
Jetmir Murati, papà della piccola Anisa, ha commentato per la prima volta il tragico incidente che ha provocato la morte di sua figlia:
“Come mai una bambina è annegata così? Qualcuno doveva guardarla e non l’ha fatto. Nessuno mi ha dato una spiegazione, una risposta. Chi è responsabile?”.
Inoltre, Jetmir ha aggiunto un dettaglio importante da considerare in questa drammatica vicenda:
“La mia bambina portava gli occhiali da vista: li teneva sempre dentro la sua borsetta perché papà le ha insegnato che quando va in acqua li deve togliere perché non si spacchino. Anche ieri li abbiamo trovati nella borsetta. Vuol dire che lei è andata a fare il bagno, non è caduta in acqua per caso. Io non ho ancora capito: c’era solo la mia a fare il bagno? Perché nessuno l’ha vista? Nell’acqua un bambino si agita”.
Gli indagati per la morte della bambina
Per la morte della piccola Anisa ci sono due indagati: il gestore del bioparco e la responsabile del gruppo di animazione parrocchiale che avrebbe dovuto vigilare sui bambini in gita. Un’uscita organizzata dal centro estivo che fa capo alla parrocchia di Demonte, il paese dove la bimba viveva con la famiglia.
La giovane che stava accompagnando i bambini insieme ad altri sette volontari ha appena 18 anni, con lei solo un accompagnatore maggiorenne.
“Voglio giustizia e verità, non puoi lasciare un quindicenne a guardare i bambini“, dichiara il 37enne.
Continuano le indagini
Eventuali responsabilità penali degli accompagnatori e del gestore del parco sono ora al vaglio degli investigatori dopo l’iscrizione al registro degli indagati.