Non è la prima volta che succede, ma questa volta la squalifica arrivata a causa di una bestemmia è particolarmente pesante perché colpisce il bomber del Torino Rolando Bianchi e gli impedisce di giocare il ritorno play-off con il Brescia valido per la conquista della serie A. La tifoseria è inviperita, idem la società.
Anche nei reality abbiamo avuto a che fare spesso con eliminazioni causa blasfemità varie, e possiamo essere d’accordo che espressioni particolarmente pesanti in diretta di tv e in prima serata possono essere un danno per un’azienda di telecomunicazioni; l’esclusione è comprensibile.
Nel contesto di una partita di calcio però, nel caso particolare di un Rolando Bianchi colpito al volto e sanguinante, si può pretendere una concetrazione tale da non lasciarsi andare ad espressioni blasfeme?
Soprattutto, il problema è definire perché una espressione blasfema ferisce la sensibilità del pubblico e altri tipi di comportamenti invece no. C’è un accanimento e una serie di punizioni per chi bestemmia che non ha pari per nessun altro comportamento off-limits nel mondo dello sport e dello spettacolo. Perchè la cosa dovrebbe essere così scontata? Perché si può accettare che politici si possano lasciare andare a qualsiasi tipo di nefandezza verbale (basti pensare a tutti gli exploits razzisti della lega) senza colpo ferire? Sono populista? Amen. Puniamo le bestemmie e puniamo pure tutto il resto, se abbiamo il coraggio di dire che abbiamo rispetto per tutti i valori e diritti e non solo per il perbenismo cattolico.