L’avvocato Rossana Cribari, che rappresenta Isabella Internò, imputata per l’omicidio del suo ex fidanzato e calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, sostiene che la presunzione d’innocenza di Internò è stata ignorata e che è stata prematuramente condannata dal pubblico. Questa affermazione è stata fatta durante il processo in atto presso la Corte d’assise di Cosenza per la morte di Bergamini, avvenuta nel 1989 a Roseto Capo Spulico.
Il cadavere di Bergamini fu scoperto sotto un camion lungo la statale 106 ionica a Roseto Capo Spulico e, inizialmente, si pensava si trattasse di un suicidio. Tuttavia, ulteriori indagini hanno permesso di determinare che Bergamini sarebbe stato soffocato e che l’ipotesi del suicidio, sostenuta da Internò come testimone, era solo una messa in scena.
Cribari ha aggiunto che per anni si è cercata una verità inesistente sulla morte di Bergamini, basandosi su teorie e supposizioni che non dovrebbero far parte di un tribunale. Ha insistito che l’unico rapporto autoptico che dovrebbe essere preso in considerazione è quello del professor Abato, il solo che ha visto immediatamente il cadavere nel 1990.
Nel 2012, i periti Bolino e Tessi affermarono l’impossibilità di condurre esami immuno-estochimici per verificare la vitalità delle lesioni a distanza di così tanti anni. Durante il processo, il professor Abato ha chiarito che la causa della morte di Bergamini è stato uno shock emorragico.
L’udienza successiva del caso è programmata per lunedì 30 ottobre, quando interverrà l’altro difensore dell’accusata, l’avvocato Angelo Pugliese.