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Beppe Grillo prepara un annuncio che potrebbe cambiare il futuro del Movimento 5 Stelle: lo scontro con Giuseppe Conte entra nel vivo.
In discussione ci sono il simbolo del M5S, il nuovo statuto e la guida politica del partito. Scopriamo cosa potrebbe accadere e quali sono le implicazioni per la leadership e l’assetto del movimento.
M5S, Grillo si prepara allo scontro
Il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, ha annunciato una svolta significativa nella lunga querelle interna. Attraverso un messaggio atteso oggi alle 11:03 sui suoi canali ufficiali, Grillo potrebbe dichiarare la sua intenzione di impugnare lo statuto e rimettere in discussione sia la leadership di Giuseppe Conte sia la proprietà del simbolo del movimento.
Simbolo Cinque Stelle, la controversia e il ruolo del Garante
Il simbolo del M5S, stando a una sentenza definitiva della Corte d’Appello di Genova del 2021, appartiene formalmente a Grillo. Tuttavia, il suo utilizzo era stato regolato da una scrittura privata tra il fondatore e il movimento. Questo contratto prevedeva una manleva a favore di Grillo, cioè la protezione dalle conseguenze economiche di eventuali azioni legali legate al simbolo, in cambio del suo impegno a non contestarne l’uso.
Con una mossa inaspettata, Grillo ha deciso di rinunciare alla manleva, aprendo così la possibilità di impugnare l’utilizzo del simbolo e le votazioni che portarono Giuseppe Conte alla guida del movimento nel2021 e al successivo nuovo statuto approvato nel 2022.
Grillo-Conte, lo scontro sullo statuto
L’annuncio fissato alle 11:03 non è casuale: la data richiama simbolicamente il 1° marzo 2022, giorno in cui fu approvato il nuovo statuto del M5S.
Secondo l’avvocato Lorenzo Borrè, Grillo potrebbe contestare questo statuto, sostenendo che le modifiche apportate non siano valide in assenza di un regolamento che riconoscesse la figura del presidente, carica oggi ricoperta da Conte.
Se un giudice dovesse dare ragione a Grillo, ciò potrebbe comportare la decadenza dello stesso Contecome leader del M5S, riaprendo una frattura interna nel movimento.
Sul piano giuridico, la disputa tra Grillo e il M5S potrebbe avere sviluppi complessi.
Secondo il costituzionalista Salvatore Curreri, i simboli dei partiti non possono essere equiparati ai marchi d’impresa, poiché rappresentano l’identità collettiva di una comunità politica. Questo orientamento è stato confermato dal Tribunale di Palermo nel 2015