Beniamino Zuncheddu: assolto dopo 33 anni per la strage di Sinnai, ma emergono ancora dubbi

La pubblicazione delle motivazioni dei giudici per la sentenza rivelano il perché dell'assoluzione di Beniamino Zuncheddu

Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di revisione per Beniamino Zuncheddu accusato per la strage di Sinnai dell’8 gennaio del 1991 in cui furono uccisi tre pastori.

I motivi della sentenza di Beniamino Zuncheddu

I giudici della quarta sezione della Corte di Appello di Roma nelle motivazioni della sentenza hanno affermato:

«Il processo non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità di Beniamino Zuncheddu ma ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza».

Le accuse del testimone e la condanna di Zuncheddu

Nonostante la condanna iniziale, la Corte d’appello di Roma dichiara:

«L’uomo fu condannato perché il teste oculare dichiarò di averlo riconosciuto come l’aggressore, nonché per aver fornito un alibi falso. All’esito dell’istruttoria oggi svolta residuano delle perplessità sulla sua effettiva estraneità all’eccidio, commesso verosimilmente da più di un soggetto, uno dei quali, diversamente da quanto opinato nell’istanza di revisione, non era un cecchino provetto, non riuscendo nell’intento omicidiario nemmeno dopo aver sparato due colpi a distanza ravvicinata in un luogo talmente stretto che ‘non occorreva prendere la mira’».

Unico sopravvissuto alla strage indagato per calunnia

L’unico sopravvissuto della strage di Sinnai del 1991, Luigi Pinna, è indagato dalla Procura di Cagliari per calunnia nei confronti di Beniamino Zuncheddu.

Era stato lui a riconoscere in Zuncheddu, allora 26enne, il killer che uccise Gesuino Fadda, il figlio Giuseppe e Ignazio Pusceddu.

Chi è il colpevole della Strage di Sinnai?

«La già esile speranza di poter pervenire ad una ricostruzione veritiera ed attendibile dello svolgimento dei fatti dopo trent’anni è stata gravemente pregiudicata».