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La Bce non si arrende e assicura: ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2%

Presidente Banca centrale europea

Il Bollettino economico condiviso dalla Banca centrale europea sottolinea come l'obiettivo principale sia il calo dell'inflazione.

Un nuovo Bollettino economico è stato condiviso dalla Banca centrale europea e questa volta sembra che l’obiettivo principale sia uno solo: il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%. Una missione da raggiungere il più velocemente possibile e sembra che la Bce sia molto determinata nel riuscire in questa impresa.

Nuova missione per la Bce: diminuire l’inflazione

Stando a quanto riportato dal Bollettino economico condiviso dalla Banca centrale europea, l’organo non ha intenzione di vincolarsi ad un particolare percorso dei tassi di interesse. E, nonostante il recente taglio sui tassi avvenuto a giugno, la Bce è ancora determinata a “assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario“.

Una missione che non sembra però facile da completare, perché seppur l’inflazione sia tornata ad aumentare a maggio, il Bollettino rivela che “gran parte delle misure dell’inflazione di fondo è nuovamente scesa ad aprile confermando un quadro di graduale diminuzione delle pressioni sui prezzi.

Sembrano però esserci comunque delle buone notizie, perché la ripresa dell’economia nell’Eurozona a inizio 2024 ha superato le aspettative degli esperti della Banca centrale europea. Ma non è tutto, perché sembra che questo trend positivo sia destinato ad aumentare, almeno nel breve periodo, e sempre a un ritmo maggiore rispetto a quanto preventivato.

La Bce ha poi stilato nel Bollettino i motivi principali dietro questa ripresa, che sono legati a vari fattori, tra cui la domanda estera e i consumi sostenuti dal miglioramento del reddito disponibile reale in presenza di una robusta dinamica salariale, del graduale aumento della fiducia e del miglioramento delle ragioni di scambio. A dare una mano c’è anche la progressiva riduzione del passato inasprimento della politica monetaria.