BCE e FED si muovono a passo lento

Tiene il mercato azionario, trainato dalle aziende tech, mentre delude il comparto dei bond.

Il primo semestre dei mercati finanziari somiglia a una riedizione del 2023, all’infuori del petrolio: instabile l’anno scorso, in rally da inizio anno.

Un investimento sul MSCi World index (l’indice di mercato azionario costituito da migliaia di titoli di livello globale) da inizio anno ha reso oltre il 15%.

Chi avesse invece scommesso sui nostri titoli di Stato non avrebbe avuto grandi soddisfazioni, almeno sino ad oggi. D’altro canto, una fetta consistente di titoli a reddito fisso chiude i primi sei mesi del 2024 con un bilancio negativo in termini di performance.

Una svolta arriva però dalla mossa della Banca Centrale Europea che a Giugno ha iniziato a tagliare i tassi con le aspettative di nuovi ritocchi da qui a fine anno.

Da parte sua la Fed ha scelto di lasciare i tassi di interesse invariati ma nel 2024 sono previsti due tagli del costo del denaro. A questo punto gli addetti ai lavori credono che i venti contrari che hanno imperversato sul mercato obbligazionario si stiano quietando.

D’ora in poi il reddito fisso dovrebbe dare buone gratificazioni, soprattutto nel comparto dei bond di pregio. Per quanto riguarda invece il comparto azionario, sinora guidato dal mercato statunitense che da solo vale il 70% dell’azionario globale con in testa il settore tecnologico, osserviamo come le aziende che sinora hanno corso più delle altre potrebbero essere oggetto di prese di profitto, innescando una volatilità sempre più crescente.

Occorre quindi cercare opportunità allargando i confini dell’investimento azionario puntando sull’Europa e i mercati asiatici.

Per portafogli bilanciati meglio puntare su settori difensivi come l’health care, accanto a bancari e industriali. Crescono però i dubbi sul’espansione dei debiti. Mentre in Europa è stata attivato l’iter per correggere livelli eccessivi di disavanzo di bilancio contro sette Stati, tra cui Italia e Francia negli States si stima per il 2024 un deficit record pari a 1.900 mld di dollari circa. Si spiega così come un asset di poco peso come l’oro, bene rifugio per eccellenza, torni vicino ai massimi.

E’ un rally che comunque ha sorpreso molti investitori: lo scorso maggio l’oro ha toccato un nuovo record sopra i 2.400 dollari l’oncia. Da lì è un pò calato ma da inizio 2024 guadagna oltre il 12% circa. Prosegue l’interesse da parte degli investitori per l’intelligenza artificiale, ma ci vorrà tempo perchè i progetti portino a un concreto incremento della produttività e alla creazione di nuovi modelli di business.

In questo contesto ad avanzare saranno le tematiche riferibili alla digitalizzazione del comparto manifatturiero ed alla demolizione delle catene di fornitura: sulla tecnologia occorrerà essere molto selettivi.