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Banca Progetto sotto amministrazione giudiziaria per legami con la ‘ndrangheta
La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria della Banca Progetto, un istituto di credito milanese, a seguito di indagini che hanno rivelato la concessione di finanziamenti a società legate alla ‘ndrangheta per oltre 10 milioni di euro. Questi prestiti, garantiti da fondi statali per le piccole e medie imprese, sono stati erogati in un contesto di emergenza economica, come quella causata dalla pandemia di Covid-19 e dall’aggressione russa contro l’Ucraina.
Le indagini e le irregolarità riscontrate
Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno messo in luce come Banca Progetto abbia frequentemente eluso i principi della normativa antiriciclaggio. Secondo il procuratore di Milano, Marcello Viola, l’analisi dei fascicoli bancari ha rivelato che l’istituto ha erogato prestiti a società coinvolte in attività criminali, senza attivare i necessari controlli. In particolare, è emerso che il meccanismo di concessione dei finanziamenti era sempre lo stesso, con funzionari della banca che interagivano direttamente con soggetti legati alla criminalità organizzata.
Il ruolo di Maurizio Ponzoni e le società coinvolte
Un caso emblematico è quello di Maurizio Ponzoni, ritenuto vicino a una cosca della ‘ndrangheta, che ha ottenuto finanziamenti per 10 milioni di euro attraverso società a lui riconducibili. Nonostante il suo arresto nel marzo 2023, Banca Progetto ha continuato a concedere prestiti a società legate a lui, come Cfl Costruzioni srl e Crocicchio srl. Le indagini hanno rivelato che Ponzoni si relazionava direttamente con i funzionari della banca, senza che questi attivassero alcun controllo sulla sua persona, nonostante fosse noto il suo coinvolgimento in attività illecite.
Le conseguenze per Banca Progetto e il sistema bancario
Il provvedimento di amministrazione giudiziaria, eseguito dalla Guardia di Finanza, rappresenta un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata e mette in evidenza le gravi criticità nel sistema bancario italiano. I giudici hanno sottolineato come il modus operandi di Banca Progetto abbia trasferito il rischio di insolvenza sullo Stato, finanziando società legate alla ‘ndrangheta con fondi a garanzia statale. Questo ha portato a un paradosso in cui il denaro confluito nelle casse della consorteria criminale risulta di provenienza statale, aggravando ulteriormente la situazione economica e sociale del Paese.