“Occhio languido, bocca ridente, vita sinuosa, mani innocenti e piedi ambiziosi”.
Con queste precise parole un grande maestro di ballo vissuto sul finire del XVII secolo, descrisse i requisiti fondamentali per danzare al meglio il minuetto.
Questo ballo, elegante e ritmato, non riscosse successo immediato e fu bollato come sciocco e insulso dagli amanti di balli più sciolti e movimentati, restii a farsi convincere dalla nuova moda.
Ma il testardo maestro non si arrese, e a forza di screditare le movenze di dame e cavalieri durante le abituali danze, e convincendoli a partecipare alle sue salatissime lezioni, riuscì ad imporre il minuetto nell’alta società.
Tanto è vero che per tutto il ‘700 il minuetto furoreggiò nelle sontuose dimore dei nobili e alla corte dei re.