La Corte d’Assise d’Appello ha annullato la condanna a ergastolo emessa in primo grado, assolvendo Pasquale Concas dall’accusa di omicidio volontario nei confronti dell’avvocatessa modenese Elena Morandi.
Omicidio dell’avvocatessa, dopo 8 anni l’assoluzione
Il 29 settembre 2017, il corpo senza vita dell’avvocatessa Elena Morandi venne rinvenuto nel suo appartamento di via Boccabadati. La pubblica accusa aveva accusato Pasquale Concas, considerato fino a ieri il presunto “serial killer” modenese, di averla uccisa con l’intento di rubarle il computer e qualche soldo.
Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe approfittato dello stato di ubriachezza della vittima, che la rendeva particolarmente vulnerabile. All’epoca dei fatti, il 53enne magazziniere originario di Osilo era già detenuto per l’omicidio di Arietta Mata, una prostituta uccisa a Gaggio di Castelfranco all’inizio del 2018.
Omicidio dell’avvocatessa, dopo 8 anni l’assoluzione: le ragioni dietro la decisione
Secondo l’accusa, dopo meticolose indagini da parte della squadra mobile, sarebbe stato sempre Pasquale Concas ad aver ucciso l’avvocatessa 56enne, Elena Morandi, trovata morta nel suo appartamento di Modena il 29 settembre 2017. L’uomo, secondo l’impianto accusatorio, avrebbe ucciso la vittima per sottrarle una somma di 300 euro e successivamente avrebbe appiccato il fuoco all’appartamento, cercando di simulare un incendio accidentale.
Tuttavia, lo scorso aprile, la prima sezione della Corte Suprema, accogliendo il ricorso della difesa, aveva annullato la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna, rinviando il caso per una revisione e un nuovo giudizio.
Il nuovo verdetto si fonda su una serie di elementi che hanno sollevato dubbi sulle prove e sulle circostanze emerse nel processo iniziale. Le motivazioni alla base della decisione derivano da una revisione approfondita delle testimonianze e delle indagini, che non sono state ritenute sufficienti a sostenere la colpevolezza dell’imputato.
Davanti alla Corte d’Assise d’Appello, sono stati ascoltati un esperto in incendi, uno specialista in dermatologia e il medico legale del pm. Dopo tre ore di camera di consiglio, la Corte ha parzialmente accolto l’impugnazione della difesa, assolvendo Concas dall’accusa di omicidio volontario e incendio. Il reato di rapina è stato riqualificato in furto in abitazione, con una condanna a un anno e quattro mesi. La Corte ha preso novanta giorni per le motivazioni, con la possibilità di un ricorso in Cassazione da parte della procura.
“Abbiamo sostenuto come non vi fossero gli elementi per dire che Concas avesse appiccato l’incendio quel giorno, quindi che non fosse imputabile a lui il rogo. La Corte ha accolto le deduzioni logiche poste da questa difesa, anche all’esito delle integrazioni probatorie. La morte di Elena Morandi avvenne per inalazione di monossido e non per altri motivi. La difesa è contenta del risultato raggiunto”, ha dichiarato il legale dell’uomo, come riportato da Il Resto del Carlino.