In Cambogia, un bambino di tre anni è deceduto a causa dell’influenza aviaria A/H5N1, che ha contagiato anche una pecora nel Regno Unito. La notizia è stata confermata dal ministero della Salute locale. Il virologo Bassetti ha commentato l’accaduto.
Aviaria, morto bimbo di 3 anni e primo caso in una pecora
In Cambogia, un bambino di tre anni è deceduto a causa dell’influenza aviaria A/H5N1, come comunicato dal ministero della Salute del Paese. Da inizio anno si sono verificati tre casi di contagio.
Il bambino era stato ricoverato la scorsa settimana a causa di febbre alta, tosse e difficoltà respiratorie. Il decesso è avvenuto ieri. La possibile origine del contagio è il pollame infetto: le indagini hanno rivelato che la famiglia allevava galline nel cortile di casa, e nei giorni precedenti alcuni esemplari si erano ammalati, con almeno cinque morti.
Per la prima volta nel Regno Unito, invece, il virus H5N1 dell’influenza aviaria è stato individuato in una pecora di un gregge situato in una zona agricola dello Yorkshire. La pecora è stata abbattuta immediatamente per prevenire il rischio di contagio, e al momento non sono stati riscontrati altri casi nel gregge. Tuttavia, gli esperti del Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra) avvertono che la mancanza di un monitoraggio mirato sugli ovini potrebbe nascondere una diffusione più estesa del virus.
Aviaria, morto bimbo di 3 anni e primo caso in una pecora: l’opinione di Bassetti
Il virologo Matteo Bassetti sta esprimendo una preoccupazione sulla continua evoluzione del virus dell’aviaria, in particolare la sua versione H5N1, che si è adattata e mutata nel corso degli anni, dimostrando una grande capacità di adattamento a nuove specie.
“L’aviaria è un virus molto furbo e ha avuto un sacco di tempo per sviluppare questa attitudine. Sono più di 25 anni che questo virus è ampiamente noto e si è reso camaleontico e mutabile. Molto furbo: certamente lo è più del Covid”.
Il fatto che il virus ora sia stato trovato anche nelle pecore nel Regno Unito, anche se non in Italia, non è ancora motivo di allarme, ma Bassetti avverte che la possibilità di un passaggio interumano del virus potrebbe avvenire presto, dato che il virus è ormai diffuso in molte specie.
“Ma non c’è una specie che non sia stata interessata, compreso l’uomo anche se manca il passaggio interumano. Ma avverrà a breve, visto che siamo circondati”.
La sua speranza è che ciò avvenga il più tardi possibile, per permettere di sviluppare nuovi farmaci e vaccini. In ogni caso, sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale per far fronte a questa potenziale minaccia.