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Sono stati effettuati diversi controlli sugli autovelox illegali.
Molti apparecchi sono stati sequestrati.
Autovelox, sequestrati apparecchi non omologati: l’elenco dei comuni
Gli accertamenti hanno riscontrato la mancata omologazione e l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, essenziali per accertare la legittimità delle violazioni. Un decreto del governo ha introdotto alcune modifiche e ha dato ai centri urbani 12 mesi per adeguarsi. La Polstrada di Cosenza, a distanza di un anno, ha di nuovo sequestrato alcuni autovelox illegali.
Il provvedimento è stato emesso dal gip nell’ambito di un’attività d’indagine della Procura di Cosenza dopo risultanze degli accertamenti sulla “non legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità“. Il legale rappresentante della società appaltatrice è stato denunciato in stato di libertà per frode nella pubblica fornitura.
Sono state effettuati sequestri in molti comuni. Riguardano in modo particolare le apparecchiature presenti in vari comuni e città come Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis.
Autovelox illegali: cosa succede con le multe?
Le multe determinate da questi apparecchi possono essere contestate, purché non siano già state pagate. Lo ha affermato il Codacons, che ha commentato la notizia dei sequestri. La legge stabilisce criteri e tempi precisi per impugnare le sanzioni. Dalla data di contestazione ci sono 60 giorni per andare dal Prefetto o 30 giorni per rivolgersi al giudice di pace. Se la multa è stata pagata non si può fare ricorso.
Autovelox illegali: il decreto
La norma che riguarda gli autovelox è stata modificata lo scorso maggio con un decreto che dava ai Comuni 12 mesi di tempo per adeguarsi. Prevede che la postazione di rilevazione sia sempre visibile e che i dispositivi siano distanziati tra loro. Secondo le nuove regole, i tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere usati dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto. La presenza dei dispositivi dovrà essere segnalata in anticipo di almeno 1 chilometro fuori dai centri abitati, 200 metri sulle strade urbane di scorrimento e 75 metri sulle altre strade.
I rilevatori non si possono usare dove esiste un limite di velocità eccessivamente ridotto, ovvero sotto i 50 chilometri orari nelle strade urbane, i 20 chilometri nelle extraurbane. Il decreto non parla dell’omologazione. Una sentenza della Corte di Cassazione aveva stabilito che le multe emesse da dispositivi non omologati sono nulle, ma questo rischia di provocare una valanga di ricorsi.