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Autonomia differenziata, lo stop della Consulta dà ragione a Conftrasporto

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La Corte Costituzionale blocca la delega regionale su trasporti e infrastrutture. Conftrasporto applaude il verdetto: “Serve una visione nazionale"

Le infrastrutture e i trasporti non possono essere frammentati: devono restare ancorati a un quadro di sviluppo nazionale ed europeo. È questa la posizione espressa dalla Corte Costituzionale nella sentenza sull’autonomia differenziata, evidenziando come la delega alle Regioni di queste competenze presenti criticità insormontabili.

Secondo la Consulta, solo una gestione coordinata e centralizzata può garantire l’accessibilità territoriale, l’efficienza dei mercati e la competitività economica dell’intero sistema nazionale.

Autonomia e trasporti, la Consulta difende l’approccio nazionale

Una linea che trova d’accordo Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio: “Le infrastrutture e le reti di trasporto non possono essere gestite a livello locale. Dinamiche e flussi di merci richiedono una visione centrale e strategica, nonché il coordinamento tra il livello nazionale ed europeo”.

La sentenza, prosegue Russo, “conferma i dubbi che avevamo espresso già mesi fa durante un’audizione alla Camera dei Deputati”. Secondo Conftrasporto, un approccio frammentato rischierebbe di compromettere la coesione territoriale e la crescita economica, oltre a creare disomogeneità nella gestione delle reti strategiche.

Guardando al futuro, Russo invita a sfruttare quanto evidenziato dalla Consulta come punto di partenza: “Senza ideologie, ma con pragmatismo, auspichiamo che la sentenza sia una base per riforme di settore necessarie. Come sempre, Conftrasporto-Confcommercio è pronta a dare il proprio contributo per un sistema più equo e competitivo”