I dazi USA sulle auto si avvicinano. Donald Trump ha annunciato che dal 2 aprile entreranno in vigore nuove tariffe sulle auto importate, una misura destinata a favorire la produzione interna e a colpire i produttori stranieri.
Wall Street in rosso
Attualmente, quasi la metà dei veicoli venduti negli Stati Uniti proviene dall’estero, così come circa il 60% delle componenti utilizzate per assemblare quelli prodotti nel Paese.
Ancora prima della conferma ufficiale dei dazi, i mercati finanziari avevano reagito con segni di instabilità: Wall Street ha chiuso in calo, con il Dow Jones a -0,31% (42.453,37 punti), il Nasdaq in flessione del 2,04% (17.899,01 punti) e l’S&P 500 in perdita dell’1,12% (5.712,18 punti).
Anche il settore automobilistico ha registrato un bilancio negativo, con la maggior parte dei titoli delle case produttrici in ribasso del 2% e cali superiori al 3% per General Motors e Stellantis, proprietaria di Jeep e Chrysler. Nonostante ciò, Trump ha minimizzato le preoccupazioni, affermando che il settore riuscirà ad affrontare la situazione.
Auto non prodotte in USA, arriva la stangata: Trump impone nuovi dazi
Donald Trump ha annunciato nuovi dazi del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti, in vigore dal 2 aprile, definendo la data come la “liberazione dell’America”. La misura coinvolgerà 15 Paesi con forti squilibri commerciali, alimentando tensioni economiche globali.
L’obiettivo è rilanciare la produzione nazionale, ma potrebbe pesare sulle aziende del settore e sui consumatori americani. I mercati hanno reagito negativamente: Wall Street era già in calo prima dell’annuncio, mentre i titoli di General Motors e Stellantis hanno perso tra il 2% e il 3%.
La mossa di Trump mira a stimolare la produzione negli Stati Uniti, con i produttori che, secondo il presidente, starebbero cercando già siti per evitare i dazi. Ha sottolineato che chi produrrà auto negli USA non subirà aumenti. Tuttavia, molti temono che i dazi possano danneggiare le aziende che dipendono dalle catene di approvvigionamento globali e aumentare i costi per i consumatori americani. Ciò potrebbe anche rallentare l’industria automobilistica negli Stati Uniti, riducendo i profitti e gli investimenti.
I dazi potrebbero inoltre generare conflitti con Paesi come Germania, Italia, Giappone e Corea del Sud, e colpire anche i marchi americani prodotti all’estero. Non è ancora chiaro se i ricambi per auto saranno esclusi. Trump ha anche aggiunto che chi acquisterà un’auto americana con finanziamento potrà dedurre gli interessi dalle tasse.
Anche diversi Paesi europei sono nel mirino di Trump, che continua a sottolineare come “l’Europa abbia trattato male gli Stati Uniti”. Secondo Maros Sefcovic, commissario Ue al Commercio, attualmente negli Stati Uniti per trattare con i negoziatori americani, i dazi potrebbero aggirarsi intorno al “20%” e riguardare tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea. Durante i suoi incontri con il segretario al Commercio Howard Lutnick, il rappresentante commerciale Jamieson Greer e Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, Sefcovic ha avvertito che una tassa di questo tipo sarebbe “devastante” per l’intero blocco europeo.